PIL USA giù a sorpresa anche nel secondo trimestre, avanza l’incubo recessione. Un bene o un male per i mercati?
Inflazione al top da decenni, spesa dei consumatori ridotta, e rialzi dei tassi d’interesse della Federal Reserve che hanno frenato gli investimenti delle imprese e la domanda di alloggi. Uno scenario cupo che ha portato l’economia statunitense a contrarsi per il secondo trimestre consecutivo, entrando pertanto in recessione tecnica.
La reazione dei mercati è stata moderata con Wall Street che si appresta ad aprire a ridosso della parità. Più forte la reazione dei Treasury, con il decennale Usa che ha visto il rendimento scendere al 2,667%, sui minimi dal 14 aprile.
Gli investitori potrebbero leggere questi segnali di debolezza dell’economia come un elemento importante in grado di frenare l’azione della Fed che in futuro potrebbe essere meno aggressiva dopo i due rialzi da 75 pb degli ultimi meeting.
Nel dettaglio il prodotto interno lordo è sceso a un tasso annualizzato dello 0,9% dopo un calo dell’1,6% nei primi tre mesi dell’anno, secondo la stima preliminare del Dipartimento del Commercio Usa. I consumi personali, la parte più importante dell’economia, sono cresciuti a un ritmo dell’1%, in decelerazione rispetto ai primi tre mesi. La proiezione media di un sondaggio di Bloomberg tra gli economisti prevedeva un aumento dello 0,4% del PIL e dell’1,2% della spesa dei consumatori.
I dettagli del rapporto hanno mostrato un calo della spesa delle imprese e del governo e degli investimenti residenziali. Un indicatore chiave sono le vendite finali corrette per l’inflazione agli acquirenti nazionali che è sceso dello 0,3% nel secondo trimestre, contro il 2% del periodo precedente.
L’inflazione ha intaccato il potere d’acquisto degli americani e la politica monetaria più restrittiva della Federal Reserve ha indebolito i settori sensibili ai tassi d’interesse come quello dell’edilizia abitativa. Questa debolezza probabilmente alimenterà un dibattito già acceso su se o quando gli Stati Uniti entreranno in recessione.
Sebbene la regola empirica comune per le recessioni sia di due trimestrali consecutive del PIL, la determinazione ufficiale della fine e dell’inizio della recessione è stilata d un grippo di accademici del National Bureau of Economic Research.