Pil secondo trimestre rivisto al ribasso. Spread, la Spagna agguanta l’Italia
L’Italia si conferma in recessione per l’ottavo trimestre consecutivo, peggiore striscia negativa dal 1990 (inizio del calcolo delle serie storiche). Dall’Istat oggi è arrivata la revisione al ribasso dell’andamento del Pil nel secondo trimestre 2013. I dati Istat evidenziano infatti un calo dello 0,3% t/t rispetto al -0,2% annunciato un mese fa. Calo del 2,1% a livello tendenziale. La stima preliminare diffusa il 6 agosto scorso aveva rilevato una diminuzione congiunturale dello 0,2% e una diminuzione tendenziale del 2%. Il ritmo di discesa del Pil nel secondo trimestre risulta comunque in attenuazione rispetto al -0,6% t/t dei primi tre mesi dell’anno. La variazione acquisita per il 2013 è pari a -1,8%.
Consumi ancora in calo
Rispetto al trimestre precedente, i principali aggregati della domanda interna (consumi finali nazionali e investimenti fissi lordi) sono diminuiti entrambi dello 0,3%, mentre le esportazioni sono aumentate dell’1,2%. Le importazioni hanno registrato una flessione dello 0,3%.
Il contributo dei consumi delle famiglie è stato di -0,3 punti percentuali, mentre quello degli investimenti fissi lordi e della spesa della Pubblica Amministrazione è stato nullo. La variazione delle scorte ha contribuito negativamente per 0,4 punti percentuali alla variazione del PIL, mentre l’apporto della domanda estera netta è stato positivo per 0,4 punti percentuali.
Nel secondo trimestre tutti i comparti di attività economica registrano una diminuzione congiunturale del valore aggiunto: -2,2% per l’agricoltura, -0,1% per l’industria in senso stretto, -0,9% per le costruzioni, -0,5% per il settore che raggruppa le attività del commercio, alberghi e pubblici esercizi, trasporti e comunicazioni, -0,1% per il settore del credito, assicurazioni, attività immobiliari e servizi professionali e -0,3% per gli altri servizi. In termini tendenziali, il valore aggiunto dell’agricoltura è diminuito del 2,6%, quello dell’industria in senso stretto del 2,5%, quello delle costruzioni 6,9% e quello dei servizi dell’1,2%.
Spread, si materializza sorpasso della Spagna per la prima volta da marzo 2012
Intanto oggi il percorso di assottigliamento del differenziale di rendimento tra Italia e Spagna ha portato all’affiancamento del rendimento dei titoli decennali dei due Paesi per la prima volta dal marzo 2012. Ora il rendimento del Bonos decennale spagnolo risulta di poco inferiore sotto quello del pari durata italiano (4,45% rispetto a 4,47%). Sull’Italia in queste settimane stanno pesando in parte le tensioni politiche con la possibilità che il Pdl tolga la fiducia al governo Letta. A inizio 2013 il differenziale di rendimento a vantaggio dell’Italia era di circa un punto percentuale sul decennale. In tal senso il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, ha rimarcato oggi che la recessione è agli sgoccioli ma “ci sono rischi al ribasso aggravati dalle preoccupazioni degli investitori sulla possibile incertezza politica”.