Pil pro capite: Italia maglia nera in Europa, giù del 9% tra 2001 e 2014
Il Pil pro capite italiano nel 2014 è sceso al di sotto di quello dell’Unione europea dell’1,9%. Nell’anno che ha preceduto l’entrata nell’euro del Belpaese, cioè nel 2001, il Pil pro capite italiano superava quello medio dell’Unione europea del 19,3%. Questi dati derivano da un’elaborazione del Centro Studi Promotor sulle statistiche di Eurostat che per il 2014 sono ancora in parte provvisorie ma possono considerarsi già ampiamente rappresentative della realtà della Ue. In valori assoluti espressi in euro 2010, tra il 2001 e il 2014, il Pil pro capite della Ue è passato da 23.300 euro a 25.800 euro con un incremento del 10,7%. Nello stesso periodo il Pil pro capite italiano è passato invece da 27.800 euro a 25.300 con un calo del 9%.
Nessun altro Paese dell’Unione ha avuto una contrazione così importante, rimarcano gli esperti, e anzi tra il 2001 e il 2014 tutti i Paesi dell’Unione hanno visto aumentare il loro Pil pro capite, tranne il Portogallo che è rimasto sugli stessi livelli e la Grecia e Cipro, che hanno subito cali rispettivamente del 5,6% e del 3,3%.
Come mostra la tabella, dal 2001 al 2014, sono i Paesi dell’ex blocco sovietico che hanno ottenuto i maggiori incrementi del loro Pil pro capite, mentre Germania, Austria e Regno Unito sono cresciuti più della media. Gli Stati della zona mediterranea sono invece quelli più penalizzati, con l’Italia che è il Paese che ha pagato il prezzo più alto alla crisi economica e all’entrata nella zona euro.