Notizie Notizie Italia Piazza Affari rimane tra i listini più volatili, ma valutazioni molto interessanti (analisti)

Piazza Affari rimane tra i listini più volatili, ma valutazioni molto interessanti (analisti)

15 Giugno 2016 12:45
Piazza Affari si sta confermando in queste settimane uno dei mercati azionari maggiormente esposti agli sbalzi di umore degli investitori, con quotazioni in forte ribasso rispetto ai livelli di inizio anno. Pesa molto l’ingente peso del settore bancario sull’intero listino milanese che rende Milano fortemente dipendente dall’intonazione dei titoli bancari. 

Da inizio anno l’indice Ftse Mib segna un saldo negativo di oltre il 22%. Spiccano i cali di Unicredit scesa del 56% nel 2016, addirittura -73% per Banco Popolare alle prese con l’aumento di capitale da 1 miliardo. 

Il nuovo sell-off delle ultime sedute a seguito dell’acuirsi del rischio Brexit non manca però di aumentare l’appeal prospettico delle blue chips italiane. “Le attuali valutazioni del mercato azionario italiano sono particolarmente interessanti in un contesto di tassi bassi ancora a lungo in Europa. In questo contesto, è ragionevole attendersi mercati più volatili rispetto a quanto eravamo abituati a vedere, ma non privi di opportunità”, spiega Stefano Andreani, gestore azionario Italia di Lemanik. In Italia, prosegue il gestore, esistono molte società di qualità che hanno un track record invidiabile, costruito anche durante la crisi, e prospettive di crescita molto interessanti. Inoltre l’Italia si trova attualmente in una fase del ciclo interno ancora molto giovane, considerato che il 2016 sarà solo il secondo anno di crescita positiva dopo anni di recessione.

“In questo momento vediamo molte opportunità all’interno del segmento a media capitalizzazione,  aziende di ottima qualità che grazie al loro business model vincente stanno guadagnando quote di mercato a livello globale nei rispettivi mercati di riferimento in grado di far crescere fatturato e utili in modo poco correlato all’andamento della crescita globale”, continua il gestore di Lemanik che per le utilities consiglia esposizione a società che traggono vantaggio dagli investimenti necessari nella distribuzione, dall’ottima marginalità del mercato retail, dal trend di aggregazione in atto tra le municipalizzate e che abbiano prospettive di crescita sostenibile dei dividendi. Per i titoli legati all’andamento delle materie prime, l’esperto ritiene che il peggio sia ormai alle spalle, almeno per le società solide finanziariamente che dimostrano di sapersi adattare al nuovo contesto attraverso interventi sulla struttura dei costi e sulla disciplina negli investimenti. Nel comparto industriale il gestore di Lemanik vede opportunità in particolare per le società legate al trend di automazione dei processi, che sta caratterizzando il mondo dell’industria ed i cui confini sono ancora tutti da scoprire. Nel settore finanziario ci sono molti elementi che limitano la visibilità dei risultati (regolamentazione ancora in evoluzione, livello di sofferenze elevato nel sistema): per molte società è necessaria una profonda revisione del business model che poco si adatta al contesto di tassi bassi e che soffre il crescente grado di digitalizzazione dell’economia. “Crediamo però che il trend di crescita del risparmio gestito sia destinato a durare nel medio/lungo periodo e offra ancora spazio, in particolare, per chi lo gestisce in modo sostenibile”.