Notizie Valute e materie prime Petrolio, Opec+ rinvia ad aprile l’aumento della produzione

Petrolio, Opec+ rinvia ad aprile l’aumento della produzione

5 Dicembre 2024 15:07

Nessuna sorpresa dalla riunione odierna dell’Opec+, che – come da attese – ha deciso di posticipare di tre mesi il graduale aumento della produzione di petrolio, optando per il terzo rinvio consecutivo in un contesto di prezzi deboli e imminente surplus di offerta. L’aumento inizialmente previsto per gennaio, al ritmo di 180.000 barili al giorno, partirà ora ad aprile e sarà più lento rispetto ai precedenti piani.

Nessun aumento produzione anche per gli Emirati Arabi

La decisione di oggi comprende un rinvio per gli Emirati Arabi Uniti, che in precedenza avevano ottenuto il diritto di aumentare la produzione di 300.000 barili al giorno da gennaio, separatamente dai tagli del gruppo.

Questo privilegio, ufficialmente un riconoscimento per i recenti investimenti nella capacità produttiva, aveva fatto storcere il naso ad alcuni membri dell’alleanza, secondo quanto trapelato nei giorni scorsi.

Opec+ prende tempo per monitorare Trump e Cina

Il rinvio consentirà all’Opec di guadagnare tempo e valutare le prime mosse di Donald Trump una volta che il tycoon si sarà insediato nuovamente alla Casa Bianca.

Trump ha segnalato l’intenzione di reintrodurre sanzioni contro le esportazioni di petrolio iraniano, una mossa che potrebbe potenzialmente agevolare gli altri produttori. Tuttavia, i dazi commerciali minacciati nei confronti della Cina e di altre nazioni potrebbero rallentare l’attività economica globale, incidendo negativamente sulla domanda.

I consumi della Cina, primo importatore mondiale di greggio, sono già finiti sotto osservazione a causa del rallentamento della crescita che ha alimentato dubbi sulla domanda petrolifera futura.

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Mercato petrolio in surplus nel 2025

Secondo i nuovi piani, il ripristino delle forniture (2,2 milioni di barili al giorno, un obiettivo da raggiungere mese dopo mese) verrà effettuato tra aprile 2025 e settembre 2026, con un anno di ritardi rispetto alle intenzioni iniziali.

Tuttavia, secondo le stime dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE), anche senza la reintroduzione di barili da parte dell’Opec+ il mercato si avvia verso una condizione di surplus, alimentata soprattutto dalla produzione di Stati che non appartengono all’alleanza, su tutti Stati Uniti, Brasile e Canada.

Questo rischia di frenare i prezzi, danneggiando i Paesi produttori e togliendo loro spazio di manovra. Secondo Harry Tchilingurian, analista di Onyx Commodities, se la domanda continua a peggiorare i tagli in corso potrebbero non bastare, con il rischio di vedere le quotazioni del Brent scendere sotto i 70 dollari al barile.

Citigroup e JPMorgan hanno previsto che il greggio continuerà a scivolare verso i 60 $ l’anno prossimo, anche laddove l’OPEC+ continuasse a limitare la produzione.

La reazione del petrolio alla riunione Opec+

Il Brent è rimasto sostanzialmente stabile, intorno ai 72,5 dollari, dopo l’annuncio dell’Opec+. Nonostante i tagli ancora in corso, il calo dei prezzi del petrolio dall’estate (-18%) rappresenta una sfida economica per molti membri dell’alleanza, inclusi i sauditi, che hanno dovuto rivedere le spese previste per i loro ambiziosi progetti di trasformazione economica.

Il cartello si riunirà nuovamente tra sei mesi, il 28 maggio per valutare la situazione e pianificare i prossimi passi, anche se il Comitato di monitoraggio (JMMC) potrà richiedere una riunione ministeriale intermedia per affrontare gli sviluppi del mercato ogniqualvolta lo ritenga necessario.