Notizie Asset Class Commodity Petrolio: nel 2015 il prezzo rimarrà basso. Ecco allora le 5 principali conseguenze

Petrolio: nel 2015 il prezzo rimarrà basso. Ecco allora le 5 principali conseguenze

8 Gennaio 2015 14:09
Il 2015 segnerà l’ingresso in un mondo caratterizzato da un prezzo delle materie prime più basso, in particolare quello del petrolio. Il calo delle quotazioni del greggio iniziato già nei mesi scorsi dovrebbe continuare nel corso dell’anno influenzando l’andamento di tutte le asset class. Ne sono convinti gli economisti di Exane BNP Paribas che stimano un prezzo medio del brent pari a 60 dollari al barile nel 2015. All’orizzonte non si profila, dunque, nessun rimbalzo dell’oro nero. 
Ma niente paura: “Sebbene il crollo del prezzo del petrolio possa a prima vista intimorire gli investitori – sostengono da Exane BNP Paribas – in realtà ci troviamo di fronte a uno shock positivo con condizioni finanziarie che dovrebbero rimanere accomodanti, perlomeno fino al rialzo dei tassi della Fed”. Ma quali saranno le conseguenze derivanti dal calo dei prezzi del petrolio? La banca d’affari francese ne individua 5:
1) Miglioramento del trade-off globale crescita/inflazione nel primo semestre 2015
Il crollo del petrolio rappresenta un evento positivo per i Paesi importatori netti di greggio che beneficiano, dunque, di un aumento del reddito reale disponibile che si traduce in una maggiore crescita. Inoltre, il ribasso dell’oro nero permette un calo dell’inflazione. Gli economisti di Exane BNP Paribas ritengono che, nel 2015, il calo del brent porterà ad una crescita netta positiva del Pil dello 0,3%, mentre l’inflazione dovrebbe ridursi dello 0,6%. Un contesto di tal tipo, che spicca per un miglioramento, a livello globale, del trade-off crescita/inflazione è positivo per le asset class rischiose, come le azioni.
2) Rialzo della volatilità sui mercati
Il 2015 vedrà il ritorno della volatilità sui mercati finanziari. Oltre ai numerosi appuntamenti elettorali (Grecia, Regno Unito, Portogallo e Spagna) previsti in Europa in cui i partiti populisti continuano a guadagnare consensi alimentando incertezza, a scatenare la volatilità, secondo gli esperti di Exane BNP Paribas, sarà anche l’aumento del rischio geopolitico nei principali paesi produttori di petrolio, come Russia, Venezuela e Medio Oriente, cioè in quei paesi in cui il calo del petrolio sta rendendo difficile il finanziamento del deficit fiscale. 
3) Ulteriore divergenza delle politiche monetarie nei paesi sviluppati
Nel 2015, il tono delle banche centrali dei paesi sviluppati continuerà a divergere ulteriormente a causa dei diversi cicli economici in cui si trovano tali paesi: da un lato, vi è la Fed che dovrebbe adottare un atteggiamento più restrittivo nel secondo semestre; dall’altro, la BCE e la Boj che adotteranno una politica sempre più accomodante e aggressiva per far fronte al calo dell’inflazione. Come detto prima, infatti, l’inflazione si contrarrà nei prossimi mesi per effetto del calo della componente energetica. 
4) Aumento del potere d’acquisto delle famiglie con conseguente aumento della spesa
Il calo del prezzo del petrolio, che determina una minore spesa per benzina ed energia, rappresenta una buona notizia per le famiglie che vedranno aumentare il loro potere d’acquisto e potranno destinare una maggiore quota del reddito a loro disposizione per i consumi. Questa situazione dovrebbe, in particolare, registrarsi in Francia dove i consumi sono stati piatti sin dall’inizio della crisi finanziaria. 
5) Paesi emergenti, impatto positivo per gli importatori di petrolio 
Sebbene il calo del petrolio dovrebbe avere dei risvolti positivi sui paesi importatori che dovrebbero registrare una modesta accelerazione ciclica, il team Macro di Exane BNP Paribas non ritiene che tali benefici saranno tali da compensare il rallentamento strutturale della crescita di tali economie. In una fase di mercato in cui permarrà una certa eterogeneità tra i paesi emergenti, sarà da tenere in considerazione l’impatto positivo per quelli importatori di petrolio. Gli economisti di Exane BNP Paribas privilegiano i paesi con fondamentali solidi come la Corea, Taiwan, l’Ungheria e la Polonia. Per quanto riguarda, la Cina, maggiore importatore netto di petrolio, i rischi principalmente derivanti dal settore immobiliare sono ridotti dal calo dell’oro nero. Senza contare, inoltre, che tale evento, permettendo un calo dell’inflazione, aumenta la possibilità che la banca centrale cinese mantenga un atteggiamento accomodante.