Petrolio: macché $100 al barile. Mohammed El Erian parla di mercati sonnambuli con il reopening, ma gela i bullish
Mohammed El-Erian, responsabile consulente economico di Allianz e presidente del Gramercy Fund Management, non ci ha messo molto per frenare gli entusiasmi dei più bullish sui prezzi del petrolio, in particolare di chi vede le quotazioni del WTI e del Brent a un passo dalla soglia di 100 dollari al barile.
Sono tre settimane circa tra l’altro che i prezzi del petrolio fanno dietrofront, condizionati dal rafforzamento del dollaro Usa e dalle speculazioni sulla possibilità che il presidente americano Joe Biden aumenti l’offerta di petrolio attingendo alle riserve strategiche Usa.
Oggi il contratto WTI scambiato sul Nymex perde l’1,19% a $79,83 al barile. Arretra dell’1,2% anche il Brent, che scende a $81,18 al barile.
Interpellato dalla Cnbc in occasione della conferenza sull’energia ADIPEC in corso ad Abu Dhabi, El-Erian ha lasciato intendere che, da un lato, i mercati globali hanno mostrato evidentemente una view troppo bearish, se si considera come in molti siano rimasti sorpresi dall’impennata dei prezzi del crude – e anche dei prezzi del gas naturale – nella fase di reopening dell’economia successiva alla pandemia da Covid-19.
El Erian su petrolio: mercati come sonnambuli mentre prezzi salivano con reopening
I mercati, ha detto l’ex Pimco dicendosi d’accordo con quanto proferito dal sultano Ahmed Al Jaber, CEO di Abu Dhabi National Oil Company, da un lato si sono ritrovati impantanati nella crisi energetica globale – nota anche come Global Energy Crunch – come fossero stati svegliati da uno stato di “sonnambulismo”. Dall’altro lato, l’investitore ha azzoppato gli outlook di prezzi del petrolio crude in rialzo fino a $100.
“Se ci si focalizzasse soltanto sul lato dell’offerta, allora si potrebbe pensare ai 100 dollari, in quanto il settore ha fatto fronte a una caduta degli investimenti, in generale, a fronte di una domanda che è e rimarrà robusta – ha detto El-Erian – Tuttavia, se si guarda a quanto sta accadendo alla domanda, emergono alcuni interrogativi. La domanda oggi è robusta, ma lo sarà altrettanto tra sei mesi? Ci sono grandi interrogativi che riguardano la distruzione della domanda – quel fenomeno che vede la gente acquistare di meno in quanto i prezzi sono diventati troppo alti – e che alimentano anche dubbi sulla possibilità che l’offerta sia davvero in fase di contrazione oppure no”.
All’inizio di novembre l’Opec+ – alleanza tra paesi facenti parte dell’Opec e non, in quest’ultimo caso come la Russia – ha confermato la propria scelta di continuare a immettere sui mercati, ogni mese e in modo graduale, una quantità di petrolio aggiuntiva pari a 400.000 barili al giorno ogni mese, fino alla fine del 2022.
Gli Stati Uniti di Joe Biden hanno più che storto il naso in quanto, a fronte del caro-energia e in generale a fronte del caro vita e del caro benzina a cui stanno facendo fronte ogni giorno gli americani, avevano sperato che l’alleanza aumentasse l’offerta, facendo scendere così i prezzi del petrolio.
“L’idea che la Russia, l’Arabia Saudita e altri grandi produttori non offrano una quantità superiore di petrolio, per permettere alla gente di fare benzina e andare al lavoro, per fare un esempio, non è giusta”, aveva commentato Biden in occasione del meeting del G20 a Roma.
Un articolo della Cnbc ha ricordato che, dall’inizio del mese di marzo del 2021, i prezzi del gas naturale sono balzati in Unione europea fino a +618%, segnando un rally pari a +127% per gli Stati Uniti, a fronte dei prezzi del carbone che sempre in Ue sono volati fino a +334%.