Petrolio, i tagli alla produzione continuano. Le mosse dell’Arabia Saudita
L’Arabia Saudita ha deciso di estendere il taglio unilaterale alla produzione di petrolio fino alla fine di Settembre. I Sauditi, hanno inoltre fatto sapere che la riduzione della produzione di petrolio di 1 milione di barili al giorno, potrebbe essere prolungata o addirittura aumentata ulteriormente. Salgono dell’1% i future del greggio, il wti a 81 dollari per barile. Lo stesso vale per il benchmark europeo, il Brent che segna un +1,7% a 84 dollari.
Il taglio alla produzione di petrolio
Il paese leader dell’Opec prolungherà il taglio di 1 milione di barili al giorno – lanciato il mese scorso – fino a settembre, secondo quanto dichiara l’agenzia di stampa saudita. Di preciso questo significa, che il paese manterrà la produzione a circa 9 milioni di barili al giorno, il livello più basso nell’ultimo decennio.
La mossa volontaria dell’Arabia Saudita, che si aggiunge agli sforzi degli altri membri dell’OPEC+ di limitare l’offerta sul mercato, ha lo scopo di “sostenere la stabilità e l’equilibrio sui mercati petroliferi”.
Il Regno del Golfo i ha introdotto il taglio extra di 1 milione di barili all’inizio di questa estate, ma anche gli altri paesi membri dell+Opec producono al di sotto degli obiettivi assegnati.
Successivamente si è aggiunta anche la Russia, ricordiamo membro dell’OPEC+, che sembra finalmente mantenere gli impegni per ridurre le esportazioni. Mosca ha mantenuto le esportazioni per molti mesi tentando di massimizzare i profitto per finanziare la guerra contro l’Ucraina, ma secondo gli ultimi dati i flussi stanno iniziando a diminuire.
La panoramica sul mercato petrolifero
I prezzi del greggio si sono ripresi di recente, raggiungendo i massimi di tre mesi, superando gli 85 dollari al barile all’inizio di questa settimana. Dall’altro canto la ripresa post-pandemia della domanda di carburante, combinata con i limiti alla produzione dei paesi OPEC+, inizia a stringere i mercati mondiali del greggio.
Le prospettive economiche non troppo ottimiste soprattutto a giudicare dai dati provenienti dalla Cina e timori di recessione negli Stati Uniti ed Europa rende la vita di Riyadh difficile, visto che l’economia del paese si basa sulle esportazioni di petrolio. Il che non permette al Regno di allentare la presa con la riduzione della produzione di petrolio. Secondo le stime Bloomberg Economics, il paese del Golfo potrebbe aver bisogno di prezzi fino a 100 dollari al barile per coprire la spesa pubblica.
Il costo per il Regno del Golfo
Il taglio alla produzione ha avuto un costo piuttosto importante per i Sauditi. Secondo le ultime stime di crescita economica del FMI il paese del Golfo crescerà soltanto dell’1,9% nel 2023, di fatto una frazione rispetto alla performance del paese nel 2022.
L’Arabia Saudita e la Russia presiederanno proprio domani la revisione delle condizioni di mercato da parte delle principali paesi dell’OPEC+. Mentre i membri dell’OPEC+, composta di 23 nazioni dovrebbe riunirsi a fine novembre.