Petrolio alle stelle. Domanda in calo in Italia
Ennesima giornata, quella di ieri, contraddistinta da un nuovo massimo storico del petrolio. È stata la quinta seduta consecutiva durante la quale il prezzo del greggio è schizzato alle stelle: a New York il Wti si è spinto fino a toccare quota 109,72 dollari al barile, mentre a Londra il Brent ha raggiunto 105,82. Una nuova fiammata dell’oro nero alimentata dalla debolezza del dollaro, che si è però esaurita dopo la mossa delle banche centrali. Ieri la Federal Reserve ha cercato di far riprendere fiato al biglietto verde e a sorpresa ha annunciato una nuova iniziezione di liquidità fino a 200 miliardi di dollari: è una maxi mossa, di importo doppio rispetto all’asta rispetto all’asta precedente, concertata con la Bce e le banche centrali di Canada, Regno Unito e Svizzera.
Nel consueto bollettino mensile l’agenzia internazionale per l’energia (Aie) ha fatto sapere che la domanda mondiale di petrolio sarà inferiore alle aspettative nel 2008 in scia alla frenata della crescita economica nei paesi industrializzati e a causa del livello elevato dei prezzi. Da Parigi gli esperti dell’Aie hanno messo in evidenza come il rallentamento della locomotiva statunitense e di pari passo il prezzo del greggio, che con puntualità giornaliera aggiorna i propri massimi, stanno danneggiando i consumi di petrolio nei principali Paesi internazionali. In Cina e in Medio Oriente la domanda rimane comunque sostenuta e solo lo scoppio di una recessione potrebbe far precipitare il prezzo del greggio sotto i 60 dollari al barile.
Gli effetti del caro greggio si fanno sentire pesantemente anche sulle tasche degli automobilisti italiani. Il gasolio nei distributori del Belpaese ha toccato quota 1,36 euro al litro. Da nord a sud dello Stivale si è acceso il dibattito circa le cifre dei consumi di carburanti. E i pareri sono contrastanti. Secondo i dati del ministero dello Sviluppo economico i consumi petroliferi in Italia si sono attestati a 6,7 milioni di tonnellate (+1,6% rispetto al febbraio 2007). Non è dello stesso parere il sindacato dei benzinai della Fegica-Cisl, secondo il quale nei primi due mesi dell’anno in corso i consumi di carburanti sono arretrati tra il 2,5 e 3%.