Per Stephen Roach crash dollaro ormai assicurato: “2021 anno brutale, sale rischio double-dip recession’
Il 2021 sarà un anno brutale per il dollaro. Parola di Stephen Roach, professore alla Yale University ed ex presidente di Morgan Stanley Asia, tuttora tra le voci più ascoltate nel mondo della finanza.
Roach non solo ripete quanto aveva già paventato lo scorso giugno, ma presenta uno scenario ancora più fosco. Quella che lui stesso aveva definito come “una idea apparentemente folle”, ovvero il crash del dollaro, ora non deve essere più considerata tale, a suo avviso.
“Abbiamo a disposizione dati che hanno confermato che la dinamica dei risparmi e delle partite correnti è molto più drammatica perfino di quanto avessi pronosticato”, ha detto ai microfoni della Cnbc, parlando nel corso della tramissione Trading Nation.
“Il deficit delle partite correnti Usa, che rappresenta il parametro più ampio del nostro squilibrio internazionale con il resto del mondo, ha sofferto un deterioramento record nel corso del secondo trimestre – ha detto – E il cosiddetto tasso di risparmio nazionale netto, che è la somma dei risparmi degli individui, delle aziende e del governo, ha anch’esso sofferto una flessione record nel secondo trimestre, scivolando in territorio negativo per la prima volta dalla crisi finanziaria globale”.
Da segnalare che lo U.S. Dollar Index è scambiato al momento attorno a quota 94, rispetto ai 96 punti di giugno, quando Roach predisse che la valuta sarebbe crollata del 35%. In quel momento, Roach aveva detto di prevedere un tonfo di quella portata il prossimo anno o nell’arco dei prossimi due anni. Ora, l’economista ritiene che il crash potrebbe verificarsi entro la fine del 2021.
“In un momento in cui i risparmi sono assenti e l’economia punta a crescere, si è in presenza di questi deficit delle partite correnti con cui si prendono a prestito risparmi: una situazione che affossa sempre di più le valute. E il dollaro non è immune a questi aggiustamenti”. Roach è preoccupato inoltre anche dalle condizioni di salute dell’economia Usa, in una situazione in cui il numero dei morti negli States dovuti alla pandemia del coronavirus ha superato quota 200.000 e l’Europa assiste a una recrudescenza dei contagi.
Tanto che, a suo avviso, la probabilità di una recessione double dip in Usa ha superato quota 50%.
“Mentre ci avviciniamo alla stagione influenzale con i tassi di nuove infezioni (da COVID-19) che tornano a crescere e il tasso di mortalità alto, il rischio di un nuovo shock non è qualcosa che può essere ignorato – ha detto Roach. Nel mese di giugno, Roach aveva stimato il crash del dollaro parlando di combinazione letale e di rischio stagflazione negli Usa.
Un capitombolo del dollaro non farebbe sicuramente bene al mondo del forex: valute come lo yen e l’euro schizzerebbero al rialzo, con il risultato di seminare non poco malcontento nelle rispettove economie di Giappone ed Eurozona, che dipendono entrambe dalle esportazioni. Certo, finora non si può dire che Christine Lagarde, numero uno della Bce, abbia fatto molto per frenare l’apprezzamento dell’euro. Tanto che Goldman Sachs intravede quota $1,30.
In realtà, a dispetto di quanto prevede Roach, il dollaro nelle ultime sedute si è rafforzato tanto che l’euro nelle ultime ore è sceso anche sotto la soglia di $1,17. Il dollaro Usa ha recuperato terreno e viaggia ora vicino al record degli ultimi due mesi nei confronti della moneta unica.
L’euro ha fatto i conti nell’ultimo periodo con i nuovi casi di coronavirus che hanno assediato e stanno tuttora assediando l’Europa, ma anche con i toni più dovish di altri esponenti della Bce, che hanno interrotto la sua ascesa.