Per FCA i conti non tornano: netta sottoperformance in Borsa e calma piatta su M&A

Per FCA in conti non tornano in Borsa e la carta di una fusione con un altro grande player diventa sempre più una necessità anche agli occhi degli investitori. Lo stop alle trattative con Renault lo scorso giugno hanno bloccato ogni scenario di breve termine e la strada che porta a Parigi appare ancora socchiusa anche se non si intravedono sviluppi concreti. Le ultime indiscrezioni vedono tornare in auge anche il nome di Peugeot, ma sono tutte opzioni non di breve termine. I candidati più probabili sono Renault o Peugeot.
Performance in Borsa non lascia dubbi, solo Renault fa peggio
In attesa dei conti del terzo trimestre in arrivo giovedì 31 ottobre, il titolo FCA continua i mostrare una preoccupante debolezza relativa in Borsa. Dai minimi dello scorso 16 agosto, il titolo è risalito di quasi l’8%, ma meno della metà rispetto all’oltre +21% dell’Euro Stoxx 600 Automobiles & Parts che ha cavalcato con maggior convinzione gli sviluppi positivi sul fronte dazi.
Guardando all’andamento da inizio anno, FCA strappa un modesto +4% circa rispetto al +18,5% dell’indice settoriale europeo; c’è chi fa molto meglio come Volkswagen con +27% e Peugeot +34% circa. Unica a fare peggio di Fca tra le big è Renault con un saldo negativo dell’8% dettato dal warning del gruppo francese che nelle scorse settimane ha rivisto al ribasso le previsioni sui ricavi 2019 che dovrebbero scendere tra il 3% e il 4% rispetto alle stime passate che erano di una conferma sul livello dello scorso anno.
Il mercato ora guarda con maggior timore ai conti di Fca in arrivo il prossimo 31 ottobre, con l’aumento del rischio che anche il Lingotto non riesca a raggiungere i target per l’intero 2019. Il gruppo guidato da Mike Manley è infatti alle prese con il difficile compito di centrare la guidance 2019, il cui raggiungimento non appare affatto scontato e molto dipenderà dai segnali in arrivo dall’economia Usa vista la forte dipendenza del gruppo dall’andamento del mercato nordamericano. L’area Nafta genera più del 90% dell`EBIT di gruppo.
Il consensus degli analisti indicato da Bloomberg vede per Fca prevalere i giudizi Hold (50%), seguiti dai Buy (40%) e i Sell con solo il 10%. Il prezzo obiettivo medio è di 14,46 euro, ben il 21,6% sopra i livelli attuali del titolo, che come si evince dal grafico sottostante presenta una debolezza relativa molto pronunciata nei confronti dell’Euro Stoxx 600 Auto & Parts, che si è accentuata negli ultimi 2 mesi.
Renault e non solo, cosa può accadere
Dopo che i colloqui si erano arenati in estate, è tornato a parlare di una possibile fusione con Fiat Chrysler il presidente dell’alleanza Renault-Nissan, Jean-Dominique Senard. Nel corso di una lunga intervista alla radio France Inter, Senard ha sottolineato che la fusione “oggi non è sul tavolo, bisogna adattarsi alle circostante attuali”, ma non ha chiuso completamente la porta alla potenziale operazione con il gruppo di Manley, dichiarando “mai dire mai, resta una buona idea”. Nel caso di Renault, qualsiasi accordo non prenderà forma prima di un deal tra la casa automobilistica francese e Nissan in merito alla loro partecipazione incontrata e partnership industriale. Conseguentemente, come rimarcava ieri Milano Finanza, un potenziale accordo tra FCA e Renault non potrà essere annunciato prima del terzo trimestre del 2020. Anche PSA è visto come potenziale candidato per un accordo di fusione con Fca anche se la presenza tra gli azionisti della PSA di un player cinese rappresenta un ostacolo all’accordo. Il Corriere poi riporta la notizia dell’estensione della Cassa Integrazione per i lavoratori dello stabilimento di Pratola Serra dove si assemblano motori diesel per l’autocarro leggero Ducato e si prevede l’investimento di 50 milioni di euro per la produzione di un nuovo modello di motore.
Secondo gli analisti di Mediobanca Securities, non vi è nessun impatto di rilievo da queste notizie. “L’M&A è un catalizzatore importante per FCA” dicono gli esperti di Piazzetta Cuccia “ma non ci aspettiamo un accordo a breve termine”. I risultati del terzo trimestre dovrebbero essere il prossimo catalizzatore, la cui pubblicazione è prevista per il 31 ottobre.
Gli altri non stanno a guardare
Pressioni su FCA aumentate anche alla luce dei movimenti degli altri big con l’intesa tra Toyota e Suzuki e quella tra Ford e Volkswagen che all’inizio dell’anno si erano alleati sui veicoli commerciali, ma dal mese scorso la loro alleanza si è estesa anche alle auto elettriche alla guida autonoma. La volontà dei marchi è quella di portarsi sempre di più verso il mondo dell’elettrico. Volkswagen sta investendo quasi 50 miliardi di euro per lo sviluppo di nuovi sistemi green, una cifra che dalle sole vendite proprie non può essere riguadagnata. Ecco perché è necessario cercare il supporto di altre case produttrici come Ford. Un appoggio reciproco che solitamente è caratterizzato da scelte strategiche, componenti comuni, tecnologie, piattaforme, fabbriche.