Payrolls e pillola Pfizer galvanizzano Wall Street e Piazza Affari, ma montano dubbi su credibilità FED. Tassi su già in prima metà 2022?
Finisce in bellezza la settimana sui mercati. Wall Street scala nuove vette in scia al report sul mercato del lavoro che è stato migliore del previsto, alimentando l’ottimismo sulla ripresa economica. Ottimismo dettato anche dall’annuncio di Pfizer riguardante la sua pillola Covid-19 di facile somministrazione e che risulta capace di ridurre dell’89% le ospedalizzazioni e morti. Inoltre fanno eco le parole del membro del cda di Pfizer, Scott Gottlieb, secondo cui la pandemia potrebbe finire negli Stati Uniti quando i mandati sui vaccini sul posto di lavoro del presidente Biden entreranno in vigore all’inizio di gennaio.
Tutti e tre i principali indici della Borsa di New York – Dow Jones, Nasdaq e S&P 500 – hanno aggiornato i massimi storici oggi con rialzi nell’ordine del mezzo punto percentuale. In evidenza, oltre a Pfizer (+8%), ci sono Amazon e Meta (ex Facebook) con oltre +2%.
In deciso rialzo anche Piazza Affari con il Ftse Mib arrivato a guadagnare oltre l’1% in area 27.866 punti (nuovi top dal 2008).
I riscontri dalle payrolls di ottobre
Nel mese di ottobre gli Stati Uniti hanno visto 531.000 nuovi posti di lavoro, meglio della crescita di 425.000-450.000 unità attesa dal consensus degli analisti. Il dato di settembre è stato rivisto al rialzo da +194.000 a +312.000 unità. Rivisti al rialzo anche i payrolls di agosto dal rialzo +366.000 inizialmente reso noto a +483.000 unità. Il tasso di disoccupazione scende al 4,6% (aspettative al 4,7%). I salari medi salgono dello 0,4% m/m (consensus +0,6%). I salari sono saliti del 4,9% a/a (consensus +4,9%).
FED & co. rischiano di perdere credibilità
Numeri del mercato del lavoro che potrebbero alimentare le attese che la Fed, complici anche le pressioni inflazionistiche, proceda a un rialzo dei tassi già nella prima metà del 2022.
“Le cifre suggeriscono che l’economia americana evidenzia un miglioramento nel mondo del lavoro e sempre più lavoratori pretendono un salario più elevato. L’aumento dei prezzi al consumo rischia di essere alimentato non solamente dall’incremento dei prezzi delle materie prima ma anche dalla crescita delle aspettative di inflazione. Con banche centrali poco credibili nell’impegno di mantenere la stabilità dei prezzi l’inflazione potrebbe aumentare ulteriormente”, rimarca Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia.
“Powell per mantenere indipendenza e reputazione dovrà mostrarsi più aggressivo nel controllo dell’andamento dei prezzi preparando i mercati a un prossimo rialzo del costo del denaro nel 2022”, prosegue Diodovich che non esclude che nel prossimo meeting della Federal Reserve ci possano essere ulteriori sorprese. “I banchieri centrali non possono perdere il controllo dei prezzi e in caso di ulteriori infiammate dell’inflazione Powell dovrà ribadire ai mercati l’impegno a intervenire con un rialzo del costo del denaro in caso di necessità”.
Tra le altre reazioni di rilievo sui mercati c’è quella del dollaro che si è rafforzato soprattutto sull’euro con cambio eur/usd sceso a 1,1515 nuovo minimo degli ultimi 15 mesi.