Notizie Notizie Italia Parmalat: il cda passa al setaccio l’Opa Lactalis. Per Bondi il prezzo non è giusto

Parmalat: il cda passa al setaccio l’Opa Lactalis. Per Bondi il prezzo non è giusto

3 Maggio 2011 06:18

L’attesa è grande. Dall’altra parte non capita tutti i giorni di tentare di opporsi a un’offerta da 3,37 miliardi di euro. Oggi si riunisce il consiglio di amministrazione di Parmalat: dovrà esaminare l’Opa lanciata da Lactalis, che valorizza il restante 71% del gruppo di Collecchio 2,6 euro per azione. Ogni minimo dettaglio sarà passato al setaccio. Non è detto che verrà nominato un advisor per valutare la congruità dell’offerta, ossia se il prezzo è giusto, ma è possibile che i consiglieri decidano di farlo in un secondo momento. In agenda è già stata fissata anche un’altra riunione del Cda per il 12 maggio chiamata ad approvare la trimestrale. Ad ogni modo in pole position ci sarebbero due banche: l’americana Morgan Stanley che da tre anni è il broker di Parmalat e Mediobanca.


Dietro le quinte a Collecchio si lavora no stop. Secondo l’ultimo tam tam di mercato, Enrico Bondi nelle ultime ore avrebbe fatto intendere che sta valutando la possibilità di fare alzare l’offerta al prezzo pagato dai francesi per rilevare il 15,3% dei tre fondi esteri, ossia di chiedere che sia portato a 2,8 euro per azione. Un nuovo colpo di scena che se dovesse diventare da ipotesi di scuola a realtà potrebbe rallentare i tempi dell’offerta. Se il super risanatore Bondi dovesse infatti decidere di alzare l’asticella del prezzo d’Opa dei francesi andrebbe a sparigliare le carte di una partita che gioca molto sul fattore tempo. Per l’inizio della prossima settimana è atteso il verdetto della Consob al prospetto informativo depositato dai legali dei francesi lo scorso fine settimana.


I funzionari della Commissione sono chiamati a dare il via libera all’Opa: stanno esaminando in queste ore il prospetto informativo e le integrazioni allegate, richieste esplicitamente a Lactalis. Tra queste, i bilanci degli ultimi esercizi e il sistema di garanzie concesse dalle banche, ossia Credit Agricole, SocGen, Natixis ed Hsbc, per finanziare l’offerta pubblica d’acquisto. La Consob, in base al regolamento ha a disposizione 15 giorni di tempo più altri 15 in caso di ulteriori integrazioni per approvare il prospetto. Ma il presidente Giuseppe Vegas, in un’intervista rilasciata a La Stampa, ha già anticipato che il prospetto verrà esaminato rapidamente. In altre parole un verdetto potrebbe arrivare già con l’inizio della prossima settimana in netto anticipo rispetto ai 15 giorni canonici previsti dal regolamento. Una mossa questa che giocherebbe a favore dei francesi.


“Se il via libera della Consob arrivasse subito, l’Opa potrebbe partire fra due settimane e dovrebbe durare minimo tre settimane secondo la nuova normativa. Considerando poi 5 giorni per il pagamento, si arriverebbe quasi a metà giugno, quindi in tempo per il 16 giugno, che è l’ultimo giorno utile per il possesso delle azioni ai fini del voto dell’assemblea del 28 giugno, dove Lactalis avrebbe comunque la maggioranza con l’attuale 29%”, osservano gli analisti di Equita. “Eventuali ritardi potrebbero arrivare o per richiesta di integrazioni da parte di Consob, o per ritardo nell’ottenimento delle varie approvazioni Antitrust cui l’Opa è condizionata”, avvertono gli analisti.

 

“Riteniamo però che Lactalis, avendo interesse a chiudere in tempo l’operazione, potrebbe rinunciare a questa condizione”. Tirando le somme “nel complesso quindi vediamo buone probabilità che l’Opa si chiuda entro fine giugno”. “Riteniamo invece improbabile sia una contro offerta dal fronte Italiano, sia un’azione avversa del governo che faccia saltare l’operazione, considerate le già note difficoltà tecniche e finanziarie del fronte Italiano, il clima politico ormai disteso fra Italia-Francia, la soluzione di compromesso in fase di definizione per l’ingresso di CDP dopo l’Opa con una quota del 10%”.