Parla il Padrino dell’analisi tecnica: ‘coronavirus, per il mercato una scusa per sgonfiarsi’
Ansia coronavirus, ma il mercato cercava una ‘scusa’ per sgonfiarsi? Sembra proprio di sì, stando a quanto ha commentato il cosiddetto Padrino dell’analisi tecnica. E’ Ralph Acampora, il ‘Godfather of technical analysis’. Lui stesso si definisce Padrino nel suo account Twitter.
Ebbene, secondo Acampora, a questo punto i mercati faranno peggio prima di fare meglio. In un’intervista a Marketwatch, lo ha detto chiaramente.
“Il mercato stesso presentava valutazioni tirate, dunque implorava esso stesso una sorta di correzione, e questo è l’elemento catalizzatore”, ha spiegato, riferendosi al coronavirus. A tal proposito, si veda il crollo della borsa di Shanghai, che ha riaperto oggi dopo essere rimasta chiusa sia per la festività del Capodanno lunare, che per le disposizioni del governo di Pechino che, per motivi di precauzione, ne ha ritardato la riapertura.
La previsione del Padrino? Una correzione di almeno il 10%, a Wall Street, rispetto ai recenti massimi testati dai principali indici di Borsa. Questo non significa che Acampora sia pessimista sull’azionario americano. Tutt’altro: a suo avviso, per esempio, il Dow Jones salirà fino a quota 30.000, anche se è probabile che i mercati saranno piuttosto nervosi in attesa delle elezioni presidenziali del 2020, e, ancora prima, in attesa di capire chi sarà il candidato democratico che affronterà Donald Trump nell’Election Day:
“Non sono negativo (sul mercato azionario) – ha precisato di nuovo il Godfather – se avete liquidità e state cercando di entrare in questo (mercato), questa è una opportunità”.
Venerdì è stata una sessione da dimenticare per la borsa Usa, con il Dow Jones che ha perso 600 punti. Gli investitori hanno fatto incetta dei beni rifugio con quello per eccellenza, l’oro, balzato fino a $1.595,13, l’oncia, al record dal 7 gennaio scorso, prima di chiudere in calo a $1.587,90 punti.
Gli acquisti sui Treasuries hanno fatto capitolare i tassi decennali all’1,50%, al minimo dal 4 settembre. Una ulteriore flessione al di sotto dell’1,45% rappresenterebbe il minimo, per i tassi decennali, dal luglio del 2016.
All’outlook del Padrino, tutto sommato non negativo, si affiancano previsioni ben peggiori per i cosiddetti asset di rischio. E diametralmente positivi per gli asset rifugio.
Riguardo al trend dei beni rifugio, a essere particolarmente ottimista sui Treasuries americani è Michael Schumacher, responsabile della divisione di strategia globale sui tassi di Wells Fargo Securities.
Schumacher ritiene che la febbre dei bond si intensificherà, di pari passo con la psicosi del coronavirus. La conseguenza è che i tassi decennali Usa, che dall’inizio dell’anno hanno perso già il 22%, potrebbero scendere nel worst case scenario fino all’1,44-1,45%, a fronte di un altro calo degli indici azionari Usa di 2 punti percentuali.
Secondo Schumacher, infatti, ogni variazione di 1 punto percentuale dell’indice S&P 500 darà il via a una variazione fino a quattro punti base per i rendimenti decennali Usa. Nel caso peggiore, i tassi potrebbero capitolare, a suo avviso, di un altro -30%. La nostra “preoccupazione più grande è che gli investitori diventino sempre più nervosi – ha detto l’esperto, intervenuto nella trasmissione Trading Nation della Cnbc – Diremmo che probabilmnente le ultime variazioni di 25-30 punti nei tassi decennali Usa sono state provocate in gran parte dal virus”.