Notizie Notizie Mondo Paesi Bassi al voto: Banco di prova del populismo europeo. Per i sondaggi il PVV si aggiudicherà la maggioranza dei seggi

Paesi Bassi al voto: Banco di prova del populismo europeo. Per i sondaggi il PVV si aggiudicherà la maggioranza dei seggi

14 Marzo 2017 12:06
 
 
Ed eccocii alla vigilia della prima (temutissima) tappa della maratona elettorale europea, quella olandese. Secondo gli osservatori le divisioni che caratterizzano le forze in campo porteranno alla formazione di un’ampia coalizione. In altre parole è probabile che il PVV, ovvero il partito olandese di destra a favore dell’uscita dall’Ue guidato da Geert Wilders , si aggiudicherà la maggioranza dei seggi, ma farà poi fatica a formare una coalizione disposta a supportare un referendum sulla permanenza del Paese nell’Eurozona. Dopo il voto, infatti, seguirà un lungo e prolungato periodo di negoziati e il rischio di una “Nexit” resterebbe ragionevolmente basso.
 
Effetto domino tra le forze euroscettiche
 
Alla luce di questo scenario, perché gli investitori dovrebbero prestare attenzione alle imminenti elezioni olandesi del 15 marzo 2017? Secondo Viktor Nossek, Direttore della Ricerca di WisdomTree in Europa, ciò che conta è il segnale di fiducia che una vittoria elettorale del PVV invierà all’estrema destra e ai movimenti euroscettici dell’Ue. “Il probabile risultato positivo del partito di Wilders arriverà proprio al momento giusto per incoraggiare e imprimere slancio al Front National, ad appena cinque settimane dalle elezioni in Francia – spiega Nossek – Una vittoria del Front National potrebbe, a sua volta, rilanciare l’AFD in Germania e il Movimento Cinque Stelle in Italia”.
 
L’effetto sui partiti mainstream
 
Il fattore ancora più importante è la pressione che una vittoria di Wilders metterebbe sui partiti mainstreem di centro-sinistra e centro-destra, sia nei Paesi Bassi che nel resto d’Europa, affinché siano adottate proposte politiche sempre più intransigenti, in modo da non apparire deboli di fronte ai propri elettori. Ciò, infatti, sta già accadendo: “La Cancelliera Angela Merkel ha recentemente approvato il divieto al velo musulmano integrale, per accontentare la CDU/CSU, e il primo ministro olandese Rutte – sulla scorta di quando richiesto da un piccolo gruppo di elettori – sta facendo pressioni sull’Ue affinché non offra garanzie di aiuto all’Ucraina, né la inviti ad aderire all’Unione”, dice Wilders. Che aggiunge: “In Belgio, infine, il primo ministro Charles Michel ha ratificato l’accordo commerciale CETA solo dopo aver ottenuto concessioni per i settori industriali più deboli nel sud del Paese”.
 
Il conto olandese
 
Quanto ai Paesi Bassi, sono emersi relativamente indenni dalla crisi finanziaria, grazie a severe misure di austerità e alle riforme strutturali. Nello stesso tempo, il Paese ha contribuito con una cifra pari a 23,3 miliardi di euro ai fondi di salvataggio e agli aiuti di Stato per Irlanda, Portogallo, Grecia e Spagna. I Paesi Bassi, inoltre, sono da tempo un contribuente netto al bilancio UE. “Nel perseguimento di un’agenda cosiddetta populista, la critica alla solidarietà finanziaria offerta a membri Ue apparentemente intransigenti sta diventando un potente argomento utilizzato allo scopo di attrarre voti”, dice Wilders. Che ricorda come la Bce stessa si sia ritrovata recentemente sotto il fuoco incrociato quando i cristiano-democratici olandesi (CDA) hanno commissionato un’indagine sull’euro, a causa dell’effetto deleterio che la politica di bassi tassi di interesse attuata dalla BCE ha avuto per i risparmiatori e i fondi pensione olandesi. “Tale decisione, considerata un espediente elettorale per prendere in contropiede il PVV attraverso la promozione di interessi nazionali, ritenuti superiori a quelli dell’Ue, è indicativa del rischio che la retorica dei partiti estremisti possa trasformarsi nella strategia politica dei partiti mainstream”, spiega lo strategist.
 
Asset allocation
 
La posta in gioco alla fine è la solidarietà finanziaria in Europa che, pur essendo stata offuscata dalle questioni relative all’immigrazione nel 2017, potrebbe diventare un tema centrale nel 2018, e oltre, per gli Stati membri più forti dell’Ue. Secondo lo strategist, a rischio sarà anche il Patto di stabilità e crescita (PSC), che sta limitando la capacità di ripresa economica dei membri più deboli dell’Ue. “I bond governativi della zona Euro con affidabilità creditizia in deterioramento, emessi nello specifico da Italia, Portogallo e Grecia, rimangono a rischio. E anche le obbligazioni governative francesi paiono vulnerabili ad attacchi speculativi a breve termine”, dice Wilders. Che conclude: “Crediamo che, quando compariranno ulteriori pressioni sull’euro, gli unici rifugi sicuri saranno rappresentati dai Bund tedeschi e, potenzialmente, dall’oro”.