Outlook High Yield, Nel 2017 i rendimenti saranno trainati da cedole e carry
All’inizio del 2016 i timori riguardanti la crescita in Cina, il crollo del prezzo del greggio e la salute di alcune banche europee hanno comportato un’estrema volatilità sul mercato dell’high yield. I settori energia e bancario hanno dominato rispettivamente sui mercati statunitense ed europeo e la volatilità ha raggiunto livelli che non si osservavano dalla crisi del debito sovrano del 2011 in Grecia. Nonostante ciò il bilancio dell’intero 2016 è stato positivo per l’High Yield, con l’High Yield USA che ha sovraperformato il segmento azionario. “Il mercato ha assistito a un elevato livello di volatilità fino a metà febbraio, cui ha fatto seguito un rally generale – è il commento di Craig Ellinger, Global Head of High Yield, UBS Asset Management – Nel complesso nel 2016 ha dominato il “risk on” e hanno sovraperformato i settori con rating più basso e le industrie con beta più alto”.
Il traino di cedole e carry
Ma quali sono ora le prospettive per High Yield? Secondo Ellinger, se il 2016 è stato dominato da una forte domanda, il 2017 sarà invece un anno in cui i fondamentali del credito diventeranno il driver più importante sui mercati. “La maggior parte delle previsioni economiche a livello mondiale e le previsioni di default (ancora nettamente inferiori alla media di lungo periodo) ci inducono a ritenere che il segmento high yield sia valutato correttamente – spiega lo strategist – Ritengo che i rendimenti per il 2017 saranno trainati soprattutto da cedole e carry, anziché dall’apprezzamento dei capitali, considerando gli spread attualmente bassi”.
Ma quali sono ora le prospettive per High Yield? Secondo Ellinger, se il 2016 è stato dominato da una forte domanda, il 2017 sarà invece un anno in cui i fondamentali del credito diventeranno il driver più importante sui mercati. “La maggior parte delle previsioni economiche a livello mondiale e le previsioni di default (ancora nettamente inferiori alla media di lungo periodo) ci inducono a ritenere che il segmento high yield sia valutato correttamente – spiega lo strategist – Ritengo che i rendimenti per il 2017 saranno trainati soprattutto da cedole e carry, anziché dall’apprezzamento dei capitali, considerando gli spread attualmente bassi”.
Short duration per il mercato Usa
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, la Fed si appresta a intraprendere un rialzo forse più rapido dei tassi d’interesse. Dopo aver annunciato un aumento per 25bp lo scorso dicembre, la Fed ha rivisto al rialzo il suo grafico a punti e ora prevede tre rialzi nel corso del 2017. Anche l’obiettivo di lungo periodo per i Fed fund è leggermente salito al 3%. “Nonostante l’outlook preveda un processo più rapido di rialzo dei tassi d’interesse negli Stati Uniti, riteniamo che il segmento dell’High Yield statunitense possa ancora generare rendimenti ragionevoli grazie al “cuscino” rappresentato dagli spread”, spiega Ellinger. Secondo lo strategist per i clienti interessati dal rischio da tassi d’interesse, l’high yield con duration breve offre un’esposizione al mercato dell’alto rendimento con una duration inferiore degli spread e dei tassi, fornendo un’ulteriore protezione in un contesto di rialzo dei tassi. “La strategia high yield short duration è inoltre caratterizzata da un’allocazione più conservativa sul credito”, aggiunge Ellinger.
Sprazzi di volatilità sull’Europa
Quanto all’Europa, come spiega ancora lo strategist, nuovi investitori entreranno sul mercato e ciò, in concomitanza a emissioni di titoli relativamente contenute, può rappresentare un fattore di supporto. “Ci aspettiamo una maggiore divergenza in termini di politica monetaria e di cicli economici – spiega Ellinger – Il tema dei tassi “più bassi più a lungo” è stato scalzato dalla divergenza delle politiche monetarie adottate dalle Banche centrali, aspetto che riflette la desincronizzazione della crescita mondiale.”. Ma altri sono i fattori di preoccupazione. Il rischio politico in Europa probabilmente resterà elevato durante tutto l’anno a causa del clima d’incertezza dovuto alle prossime elezioni nei Paesi Bassi, in Francia e in Germania. “Riteniamo tuttavia che tali eventi, se anche provocheranno temporanei sprazzi di volatilità, non cambieranno la direzione dei mercati nel lungo periodo”, conclude Ellinger.