Notizie Valute e materie prime Ottimismo di al-Naimi sostiene la ripresa del greggio, comparto energetico in spolvero

Ottimismo di al-Naimi sostiene la ripresa del greggio, comparto energetico in spolvero

18 Dicembre 2014 15:11

Penultima seduta della settimana all’insegna del rally del greggio, con il future con consegna febbraio sul Brent che all’Ice si è spinto fino a 63,7 dollari e il corrispondente contratto sul Wti che al Nymex ha superato quota 59 dollari. Secondo Chris Beauchamp, analista di IG, per il benchmark globale è necessaria una chiusura sopra la soglia dei 63,5 dollari per “confermare il trend rialzista e provare a ri-testare 65,56 dollari”. In caso contrario, “i rischi ribassisti sono immutati con target a 57,67$”. Nel caso del petrolio made in Usa, “il target rialzista è fissato a 59,89$ e sostenuto dall’indice di forza relativa”.

Al momento non è possibile dire se si tratta di un rimbalzo fisiologico (entrambe le qualità di greggio hanno perso oltre 20 punti percentuali nell’ultimo mese ) o se è stato toccato il fondo. A fornire un pretesto ai rialzisti oggi sono arrivate le dichiarazioni di Suhail Mohamed Faraj Al-Mazrouei, Ministro dell’Energia Saudita, e del suo omologo al Ministero del petrolio, Ali al-Naimi.

Secondo il primo il calo del greggio non è destinato a durare. “Il crollo dei prezzi non piace a nessuno, ma spetta ai responsabili riequilibrare il mercato”, ha detto Al-Mazrouei.  Al-Naimi, nel corso di un’intervista concessa all’agenzia di stampa ufficiale saudita, si è invece detto fiducioso sull’andamento della domanda, “visto che il miglioramento dei fondamentali economici si tradurrà in maggiori richieste di petrolio”. “Sono ottimista, quella attuale è una situazione temporanea, passerà”. A proposito del recente meeting dell’Opec, che confermando il tetto produttivo in quota 30 milioni di barili giornalieri ha dato il la al selloff, Ali al-Naimi ha rimarcato la difficoltà per il cartello di ridurre la produzione “in una situazione come questa”  visto che “una qualsiasi azione potrebbe tradursi in una quota minore di mercato dell’Opec a dispetto di altri Paesi”.

Un primo obiettivo i Paesi del cartello lo hanno raggiunto. L’incertezza che caratterizza l’attuale contesto ha spinto la statunitense Chevron a sospendere “a tempo indeterminato” le perforazioni nell’Artico. Riduzioni degli investimenti negli ultimi giorni sono state annunciate anche da Conoco Phillips, Marathon Oil, Husky Energy e Penn West Petroleum.

Energetici in evidenza
Il rimbalzo dell’oro nero sta ovviamente coinvolgendo anche i colossi del comparto energetico. A Milano Eni mette a segno un incremento del 2,5% salendo in quota 14,4 euro. In scia Saipem, in aumento dell’1,44% a 8,79 euro. A livello europeo si segnala il +3,3% di Total, il +5,9% di Gdf Suez, il +1,7% di BP e il +2,5% di BG Group.