Notizie Notizie Mondo Oro: dopo record 2024, nuovi buy? Occhio all’argento

Oro: dopo record 2024, nuovi buy? Occhio all’argento

7 Gennaio 2025 11:10

Il 2024 è stato l’anno dell’oro. Il metallo prezioso, etichettato come “bene rifugio per eccellenza”, ha macinato record dopo record nel corso dello scorso anno che portato a infrangere la soglia dei 2.700 dollari l’oncia e ad avvicinarsi ai 2.800 dollari.  Il 2024 si chiude con una performance positiva, con un rialzo di quasi il 30% (+27,2% ytd).

Oggi l’oro si muove in moderato rialzo, registrando un +0,25% a quota 2.653 poco prima delle 11. Un lingotto poco mosso nonostante la notizia del secondo mese consecutivo di acquisti da parte della PBoC a dicembre. Gli strategist di Mps Capital Services ricordano che a novembre la Cina aveva ripreso gli acquisti dopo sei mesi di pausa; evidentemente i prezzi a livelli record per il momento non creano preoccupazione alle autorità rispetto ai vantaggi nel detenere il metallo.

Uno dei temi chiave con cui si è parto l’anno è senza dubbio la questione dazi. Il newsflow suggerisce che potremmo presto vedere un aumento degli acquisti verso il metallo giallo, segnala Chris Weston head of research di Pepperstone, poiché gli investitori iniziano a cercare protezione del portafoglio in vista delle imminenti ostilità sul fronte tariffarie. Bisogna anche ricordare che l’oro è finito sotto forte pressione proprio a partire del mese di novembre quando Donald Trump ha vinto le elezioni Usa e il secondo mandato alla Casa Bianca. Una vittoria che spinto il dollaro statunitense in previsione di politiche commerciali protezionistiche contro le importazioni, in particolare dalla Cina.

Ma quali sono le prospettive per l’oro nel 2025 e quali saranno le sfide principali?

Oro, nuovi rialzi in vista del 2025. I fattori chiave (rialzisti e ribassisti)

La soglia dei 2.500 è stata centrata il 16 agosto, quella dei 2.600 quasi un mese dopo (il 19 settembre) e infine quella dei 2.700 è stata raggiunta il 18 ottobre. Questa la “cronaca in sintesi” di un 2024 di successi e nuovi massimi storici per l’oro che ha continuato a correre in un contesto di incertezza geopolitica e in un quadro economico in evoluzione. “L’oro è reduce da una performance notevole nel 2024, con 40 nuovi record storici giornalieri, l’ultimo a fine ottobre a quota 2.777,80 dollari per oncia”, ha ricordato Carlo Alberto De Casa, analista di Swissquote, interpellato da FinanzaOnline.

Un finale d’anno che è stato, però, caratterizzato dalla vittoria di Donald Trump ed il successivo rafforzamento del dollaro (con aspettative per una discesa dei tassi più lenta da parte della Federal Reserve) che hanno frenato la corsa del lingotto.

Guardando all’anno appena iniziato, De Casa indica alcuni fattori che possono ancora spingere al rialzo l’oro. “Tra i principali troviamo senz’altro l’incertezza geopolitica ma anche la domanda delle banche centrali, solida anche nel 2024″, evidenzia l’analista e autore del libro “I segreti per investire con l’oro“.

“Da notare, poi, che finora i mercati hanno visto le politiche di Trump come catalizzatore per un’ulteriore crescita americana – prosegue -. La storia (e i libri di macroeconomia), però, ci insegnano che l’effetto complessivo di dazi e misure di protezionismo tende ad essere negativo nel medio – lungo termine. Ecco quindi che, se arrivasse un rallentamento economico, con contestuale discesa delle borse, l’oro potrebbe tornare ad essere acquistato come lo è stato nei mesi scorsi”.

Ma ci sono anche alcuni rischi da non tralasciare per l’oro. In particolare, De Casa indica un dollaro forte ed i tassi alti a lungo. “Di fatto rendimenti più elevati del cosiddetto risk-free (bond statali) aumentano il costo implicito della detenzione di oro. Come detto, però, tutto ciò vale finché vi è piena fiducia nel debito pubblico”, precisa l’analista che a livello di prezzo indica che ” la quotazione spot naviga al momento in area 2.640 dollari per oncia. Primo supporto in area 2.585, seguito da un ulteriore livello chiave sui 2.540-2.550. Primissima resistenza, invece, sui 2.660$, mentre un ostacolo più importante è rappresentato da quota 2.725$“.

“Con l’aggravarsi delle tensioni geopolitiche, l’oro rimane una componente essenziale della gestione del rischio del portafoglio. Per questo manteniamo una posizione estremamente costruttiva sull’oro, che riflette l’aumento dei livelli di incertezza geopolitica e la forte domanda fisica da parte delle banche centrali e degli investitori retail. Nel 2025 è possibile che il metallo giallo raggiungerà livelli di almeno 2.900 dollari per oncia”, commenta anche Peter Kinsella, global head of forex strategy di Union Bancaire Privée (UBP), nel report dal titolo “Non solo oro: cosa aspettarsi dai metalli preziosi nel 2025“.

Metalli, dove guardare nel 2025?

Non solo oro sui mercati dei preziosi. Proprio i recenti movimenti dell’argento sono da monitorare da vicino: dal 31 dicembre ha messo a segno un rialzo del 4,6% in 3 sessioni. Stamattina i movimenti del metallo sono positivi con le quotazioni che salgono dello 0,65% e si avvicinano all’area 31. Secondo Mps Capital Services, le prospettive per il 2025 del metallo sono favorevoli sulla base delle attese di un deficit di produzione in aumento.

Una view positiva da parte di Kinsella anche sul fronte dell’argento:”Rimaniamo positivi anche sull’argento, dal momento che il rialzo dell’oro spingerà quest’ultimo verso livelli più alti: i rapporti storici tra oro e argento, infatti, indicano che l’argento può salire fino a circa 40 USD/oz”.

Guardando agli altri metalli, prosegue l’esperto di Union Bancaire Privée, l’alluminio e il rame dovrebbero beneficiare della resilienza economica degli Stati Uniti, mentre gli stimoli della Cina rappresentano un ulteriore potenziale catalizzatore per gli investitori. Sebbene la scarsità dell’offerta di entrambi i metalli sia ben nota, i cicli di allentamento nelle politiche monetarie delle due maggiori economie mondiali offrono un potenziale impulso alla domanda che in precedenza era sempre stato assente.