Sondaggio Ft boccia la Bce sui tassi. Svanita l’ansia da Btp, adesso in Ue il grande malato è oltralpe
Si poteva e doveva fare di più. I quattro tagli dei tassi apportati tra giugno e dicembre dello scorso anno fanno storcere il naso agli economisti. Troppo poco e troppo lentamente secondo la maggioranza relativa degli esperti interpellati da un sondaggio condotto dal Financial Times; infatti ben il 46 per cento degli economisti interpellati ha ritenuto che la banca centrale europea sia “rimasta indietro rispetto alla curva e non è stata in linea con i fondamentali economici”. In pratica un’azione troppo lenta se si considera la debolezza della congiuntura europea. Nessuno dei 72 economisti interpellati dal Ft pensa invece che la Bce fosse in anticipo rispetto alla curva. L’Italia e i Btp non sono più visti come il paese più a rischio di svendita sull’obbligazionario.
Troppo piano davanti a un’economia stagnante
Una sentenza senza appello per l’operato di Christine Lagarde e degli altri componenti del board Bce, ritenuti troppo timidi nel ribaltare la politica monetaria da restrittiva ad accomodante. Pesa anche il fatto che la Bce continui a far dipendere le proprie decisioni dai dati e non abbia ancora varato una guidance che indica un percorso chiaro dei tassi.
Il rischio è che quest’anno l’economia del Vecchio continente si trovi ad avere il fiato corto facendo peggio rispetto alle previsioni che già non sono delle più rosee. Il +1,2% indicato dal Fmi per il Pil dell’UE per il 2025 potrebbe non essere raggiunto con la media degli economisti che si limita a un +0,9%.
Eric Dor, professore di economia presso la Iéseg School of Management di Parigi, ritiene che l’Eurotower abbia sottovalutato “i rischi al ribasso per la crescita reale nell’Eurozona” e questo l’ha porta ad essere “troppo lenta” nel tagliare i tassi e questo si fa sentire sull’economia reale.
E una sbagliata lettura delle dinamiche inflattive
Una critica forte arriva anche da Erik Nielsen, capo economista di UniCredit Group, che sottolinea la scarsa capacità di lettura delle dinamiche dell’inflazione. “Non appena il rischio di disancoraggio delle aspettative di inflazione è evaporato, avrebbe dovuto tagliare i tassi il più velocemente possibile, non con piccoli passi graduali”, ha spiegato l’economista.
Intanto domani è atteso un test importante per l’eurozona che la Bce guarderà da vicino in vista del meeting di fine mese. La lettura preliminare dell’inflazione di dicembre è attesa in lieve accelerazione, +2,4% annuo dal +2,2% del mese precedente, con l’inflazione core stabile al 2,7 per cento. Se così farà il rischio è che l’Eurotower tentenni nel percorso di taglio dei tassi.
Christine Lagarde, a inizio anno ha postato un video in cui rimarca i significativi progressi nel 2024 nel ridurre l’inflazione confidando che quest’anno verrà raggiunto l’obiettivo come previsto.
Il consensus di mercato vede la Bce tagliare ulteriormente i tassi quest’anno con possibile discesa in area 2% entro fine anno.
Parigi oscura Roma, adesso non è più ansia da Btp
Dal sondaggio del prestigioso quotidiano finanziario britannico emerge anche una netta discontinuità rispetto al passato relativamente ai rischi percepiti. Ad oggi è la Francia la maggiore preoccupazione. Infatti, il paese transalpino è visto come quello più a rischio di una svendita improvvisa e ripida di titoli di Stato. Ad indicarla sono ben il 58% degli interpellati, mentre l’Italia – in passato ritenuto anello debole del Vecchio continente – è indicata solo dal 7% degli interpellati.
Uno scenario imprevedibile solo due anni fa quando 9 economisti su 10 rispondevano a una domanda analoga indicando Roma come potenziale bersaglio numero uno di un attacco contro i Btp.