Notizie Valute e materie prime Oro, La Brexit fa bene all’oro. Il rialzo dei tassi Usa deprimono le quotazioni

Oro, La Brexit fa bene all’oro. Il rialzo dei tassi Usa deprimono le quotazioni

23 Giugno 2016 15:09

 

 

Nel mese di giugno l’oro ha recuperato terreno e ha poi raggiunto
il livello più alto degli ultimi due anni, scambiando al di sopra dei 1.300
dollari l’oncia. Come spiega Nevine Pollini, Senior Analyst commodities di
Union Bancaire Privée (UBP), l’andamento del metallo prezioso da un lato ha
beneficiato dei commenti accomodanti rilasciati nel corso del meeting del FOMC
del 14 e 15 giugno, che hanno segnalato che la Federal Reserve avrebbe
mantenuto i tassi bassi più a lungo, monitorando da vicino la salute
dell’economia statunitense e di quella globale
. Dall’altro, l’oro ha tratto
vantaggio anche dalla caduta dei rendimenti del Bund tedesco a dieci anni,
scesi per la prima volta in territorio negativo.
“Tuttavia – spiega Pollini – il
rally del metallo giallo si è verificato per lo più man mano che le
preoccupazioni di un’eventuale Brexit hanno assunto un ruolo di primo piano,
dando così il via a una forte richiesta di oro in qualità di bene rifugio”. Va detto
che i recenti afflussi verso gli ETF sull’oro hanno portato il totale
dell’ammontare investito a 61,2 milioni di once, il livello più alto da
novembre 2013.


Occhi puntati sulla Fed

 

Ma quale futuro per il metallo
giallo a poche ore dall’esito del famigerato referendum inglese? Senza
azzardare previsioni, va ricordato che l’oro ha accusato il colpo l’ultima
settimana, o meglio dal giorno dall’omicidio della deputata laburista Joe Cox,
sostenitrice del “Remain”. Ovvio quindi pensare che l’andamento del metallo
prezioso dipenderà dal risultato del referendum UK
. “Infatti, lo shock
derivante da un voto a favore della Brexit farebbe decisamente aumentare la
richiesta di oro e porterebbe il prezzo a salire, sebbene temporaneamente,
verso un livello di 1.350-1.400 dollari l’oncia
“, dice Pollini. Che aggiunge:
“Un voto a favore della permanenza nell’Unione europea si tradurrebbe, invece,
in una rapida perdita dell’attrattività dell’oro come bene rifugio e porterebbe
a una correzione, poiché il mercato ricomincerebbe a focalizzarsi sul prossimo
rialzo dei tassi negli Stati Uniti
“.