Notizie Notizie Italia Ora Benetton dice no ad Atlantia-Abertis

Ora Benetton dice no ad Atlantia-Abertis

11 Ottobre 2007 07:16

L’annuncio di fusione un anno e mezzo orsono. I bastoni tra le ruote messi dal ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro. La lunga querelle tra quest’ultimo e l’Unione europea sulla mancata autorizzazione all’operazione straordinaria che avrebbe coinvolto la concessionaria italiana Autostrade, ora Atlantia, e la società spagnola di costruzioni Abertis. La schiarita, della scorsa settimana, con l’accordo per investimenti da ulteriori 7 miliardi di euro e la chiusura dei contenziosi aperti tra società e governo, con lo stesso ministro. La galoppata in borsa del titolo Atlantia, +8% nelle ultime cinque sedute, con il riavvicinarsi delle opportunità per realizzare l’unione con Abertis e infine, ieri, le parole di Gilberto Benetton, presidente di Edizione Holding al vertice della catena di controllo della maggiore società concessionaria autostradale italiana. Parole che hanno messo fine, almeno per il momento, alle possibilità di fusione.


“Non c’è al momento allo studio alcun progetto di fusione” ha reso noto il numero di Edizione Holding. “La nostra priorità è Sintonia. Intendiamo raccogliere oltre 4 miliardi di euro che, oltre ai finanziamenti già concordati, ci consentiranno di costruire una piattaforma di investimento per la realizzazione di nuovi progetti in Italia e all’estero”. Un passo indietro, quindi, rispetto al progetto di fusione con la spagnola Abertis, ma anche l’uscita dall’angolo del ring nel quale Atlantia sembrava essere rimasta intrappolata nell’ultimo anno e mezzo.


Grazie alla costituzione della nuova holding (Sintonia) i Benetton sono riusciti a uscire dall’empasse e a trovare nuovi soci e nuovi finanziamenti per crescere, senza dover ricorrere a fusioni con altri gruppi. Il progetto complessivo è la creazione di un grande gruppo internazionale delle infrastrutture. Oltre a Mediobanca e Goldman Sachs, già entrati in Sintonia, alla famiglia Benetton mancano altri due, massimo tre tasselli dall’elevato profilo internazionale con cui portare avanti il progetto. E manca una definizione del quadro normativo, quello stesso quadro che ha contrapposto il gruppo al ministero delle Infrastrutture. A questo ha fatto riferimento Gilberto Benetton auspicando “un completamento in tempi rapidi del processo di ridefinizione di un assetto regolatorio certo, già positivamente avviato con il governo”.


Nessun commento è giunto dal quartier generale della società spagnola: “Sarebbe prematura qualsiasi dichiarazione in merito alla possibile integrazione tra le due società fino a che la posizione tra governo italiano e Atlantia non verrà chiarita” l’unica affermazione rilasciata.