Draghi: da Finanziaria 2008 solo progressi modesti per risanamento conti
Quello formulato dal governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, ieri sera davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato in occasione di una audizione a Palazzo Madama non si direbbe certo un via libera alla Finanziaria 2008. Secondo il numero uno di Via Nazionale essa permetterà solo progressi “modesti” dal lato del risanamento dei conti pubblici, non sfruttando il buon andamento delle entrate per accelerare la riduzione del debito. In particolare, poi, il taglio dell’Ici non sarebbe coerente con l’autonomia dei Comuni e “con l’obiettivo di rafforzare l’autonomia tributaria degli enti territoriali, ribadito con il disegno di legge delega dello scorso agosto”.
Dal lato dell’evasione fiscale, a opinione di Draghi, “i progressi nel contrasto all’evasione e all’elusione consentono di distribuire il prelievo in modo meno distorsivo e più equo. Importante resta una politica sociale attentamente mirata al perseguimento di obiettivi di equità”. E sulla ipotesi di tassazione delle rendite, Draghi ha ricordato che “un’eventuale armonizzazione dovrebbe distinguere tra nuove e vecchie emissioni e valutare con attenzione le implicazioni di questa scelta”. Tuttavia, va detto che “gli interventi di riduzione fiscale a favore delle imprese (quelli su Irap e e Ires, ndr) vanno nella direzione giusta”. In particolare, il prelievo sulle imprese “è interessato da un’ampia operazione di ristrutturazione che avviene sostanzialmente a parità di saldo per il bilancio pubblico”.
Ma per Draghi “la sfida cruciale della finanza pubblica italiana” consisterebbe “nel realizzare congiuntamente l’abbattimento del peso del debito e la riduzione del carico fiscale che grava sui contribuenti onesti”. In sostanza in questo momento per il governatore di Bankitalia nel Belpaese si dovrebbe intervenire al fine di ottenere un forte rallentamento della spesa primaria corrente, una riduzione del carico fiscale che grava sulle spalle di lavoratori e imprese, un aumento di risorse pubbliche per investimenti in infrastrutture e in capitale umano, così come delle risorse necessarie per fornire aiuti a cittadini in condizioni disagiate.
Per Draghi un altro nodo da risolvere è quello dell’età pensionabile, che va ritoccata al rialzo. “In un contesto di forte invecchiamento della popolazione – ha dichiarato nel corso dell’audizione – solo l’aumento dell’età media effettiva di pensionamento consentirà di erogare pensioni adeguate”. E il problema secondo Draghi in questo frangente è che l’accordo raggiunto a luglio “rischia di allontanare ulteriormente il sistema dai principi alla base del regime contributivo”.