Notizie Notizie Italia Operazione Cdp: ma quanto vale Autostrade? Azionisti Atlantia sul piede di guerra, la ‘minaccia’ del fondo inglese all’Italia

Operazione Cdp: ma quanto vale Autostrade? Azionisti Atlantia sul piede di guerra, la ‘minaccia’ del fondo inglese all’Italia

23 Luglio 2020 15:15

Non c’è che dire: l’Italia avrà fatto anche bella figura con l’Europa, grazie all’accordo sul Recovery Fund che ha permesso al presidente del Consiglio Giuseppe Conte di ‘portare in patria’ 209 miliardi di euro. Ma la stessa Italia di Conte non sta facendo sicuramente una bella figura riguardo al dossier Autostrade-Atlantia-Cdp. Tanto che oggi La Repubblica ha pubblicato un articolo firmato da Giovanni Pons dal titolo inequivocabile “Autostrade, i fondi esteri contro il governo italiano “Non investiremo più da voi”.

Cosa sta succedendo?

Dopo l'accordo per la nazionalizzazione di Autostrade, la questione spinosa è il suo valore. La rabbia dei fondi esteri
A view of headquarters with the logo of the Italian infrastructure giant Autostrade per l’Italia, in Rome, Italy, on August 21, 2018. At the entrance a black ribbon is visible as a sign of mourning for the 38 people killed by the collapse of the Morandi highway bridge in Genoa. (Photo by Silvia Lore/NurPhoto via Getty Images)

Grazie alle pressioni continue del M5S e alla sete di giustizia/giustizialismo del Movimento, il governo Conte bis e Atlantia hanno raggiunto un accordo che ha praticamente defenestrato la famiglia Benetton.

In particolare, è stato stabilito che Autostrade per l’Italia (Aspi) finirà sotto il controllo pubblico tramite CDP- Cassa depositi e prestiti. ASPI sarà poi quotata in Borsa. Praticamente, dopo oltre 20 anni (la privatizzazione risale al 1999) Autostrade tornerà nelle mani dello Stato.

Stando ai termini dell’accordo, Atlantia e ASPI si sono impegnate a garantire l’immediato passaggio del controllo di ASPI a un soggetto a partecipazione statale (Cassa depositi e prestiti – CDP), attraverso: la sottoscrizione di un aumento di capitale riservato da parte di CDP; l’acquisto di quote partecipative da parte di investitori istituzionali. La cessione diretta di azioni ASPI a investitori istituzionali di gradimento di CDP, con l’impegno da parte di Atlantia a non destinare in alcun modo tali risorse alla distribuzione di dividendi.

Gli azionisti di Atlantia valuteranno la smobilizzazione delle quote di ASPI, con conseguente aumento del flottante. In alternativa, Atlantia ha offerto la disponibilità a cedere direttamente l’intera partecipazione in ASPI, pari all’88%, a CDP e a investitori istituzionali di suo gradimento.

In sintesi l’accordo prevede un aumento di capitale da 3-4 miliardi che porterà Cdp a possedere una quota di controllo pari al 31-33% di Aspi, in vista dello scorporo del gruppo da Atlantia e della sua successiva quotazione in Borsa: alla fine del processo, la famiglia Benetton sarà scesa attorno al 10-11%, a fronte di nuovi azionisti con in mano una quota del 20-22% che si uniranno a quelli attuali, che sono Silk Road Fund e Allianz.

Ma c’è più di qualcuno a storcere il naso per quell’accordo raggiunto alla metà di luglio. Come scrive Giovanni Pons su La Repubblica “gli investitori istituzionali si oppongono duramente all’accordo raggiunto tra governo e Atlantia sul futuro di Autostrade”.

E “a esporsi in prima persona, con una lettera datata 20 luglio, è Christopher Hohn, uno dei più noti e influenti gestori anglosassoni che attraverso il fondo inglese TCI gestisce circa 35 miliardi di dollari di investimenti. Una parte di questi soldi li ha investiti tre anni fa in Atlantia raggiungendo una quota del 6% e ora non ci sta a vedere i Benetton messi all’angolo e con la pistola puntata alla testa costretti ad accettare di uscire da Aspi”.

Hohn prospetta diverse opzioni per tutelare gli azionisti dal rischio di una distruzione del valore delle quote che detengono. Una  potrebbe essere quella di procedere “subito con lo spin off di Aspi a tutti gli azionisti di Atlantia, così il prezzo lo determinerà il mercato e solo dopo Cdp potrà lanciare la sua Opa sul quantitativo di azioni che desidera acquistare”, per fare in modo che l’intero processo sia “trasparente, il prezzo “fair” e non distruttivo di valore”. Un’altra soluzione consisterebbe nell’affidare la valutazione di Autostrade a un advisor internazionale indipendente.

Dal fondo inglese TCI si leva un’altra voce con un messaggio ancora più forte, rivolto all’Italia:

“Il governo italiano deve agire in maniera trasparente nel fissare il prezzo di Aspi – ha derro il partner di TCI Jonathan Amouyal – il mondo sta guardando. Noi e altri investitori non metteremo più soldi in Italia se la fiducia dei mercati nell’ordinamento giuridico italiano non verrà ristabilita”.

Il nodo del prezzo di Autostrade non è certo da sottovalutare. La Repubblica fa notare che “Cdp, essendo controllata dal Tesoro, è infatti in pieno conflitto di interesse” mentre “i vertici di Atlantia, sotto schiaffo, non possono negoziare un prezzo equo”. Ma le questioni da risolvere non finiscono qui.

Il Sole 24 Ore ha riportato oggi che il “negoziato avviato per portare Edizione Holding a ridurre la sua partecipazione in Autostrade per l’Italia ha avuto l’effetto collaterale di bloccare l’istruttoria per il prestito garantito dallo Stato per 1,25 miliardi per fare fronte ai danni prodotti dal lockdown”. Praticamente UniCredit ha fermato quel finanziamento garantito da SACE in attesa del nuovo piano industriale. Come se non bastasse, in una nota odierna Equita fa notare che non ci sarebbe “secondo Il Messsaggero, un accordo sulle tariffe di Autostrade”.

“Il M5S chiede un taglio significativo delle tariffe, dall’altro lato il Ministero dell’Economia e CDP avrebbero realizzato che questo approccio allontanerebbe potenziali investitori. Oggi ASPI dovrebbe presentare il Piano Economico Finanziario al Ministero delle Infrastrutture, mentre per quanto riguarda le trattative fra CDP ed Atlantia per l’entrata di quest’ultima nel capitale di ASPI i tempi delle negoziazione potrebbero allungarsi rispetto alla data del 27 luglio. La stessa valutazione potrebbe non essere parte del MOU”.

Anche il Messaggero, indica la SIM milanese, si focalizza inoltre sul pomo della discordia tra lo Stato italiano e gli investitori istituzionali di Atlantia, ovvero sul valore di Autostrade: CDP valuta ASPI 8 miliardi, “mentre Atlantia la valuterebbe 10-
12 miliardi”.

Qual è il prezzo giusto? In che modo saranno tutelati gli azionisti di Atlantia?

Da segnalare che Equita SIM ha sul titolo Atlantia un rating “hold” a fronte di un target a 15 euro, a fronte dei 14,41 euro a cui l’azione ha chiuso la sessione della vigilia. Alle 15 ora italiana, Atlantia cede l’1,87% a 14,13 euro.