Notizie Asset Class Commodity Opec+: aumento produzione da aprile frena prezzi petrolio e fa felice Trump

Opec+: aumento produzione da aprile frena prezzi petrolio e fa felice Trump

4 Marzo 2025 11:42

L’Opec+ ha deciso di procedere con l’incremento graduale della produzione di petrolio a partire da aprile 2025, confermando il piano di riattivazione della produzione sospesa. Il mercato reagisce con un calo dei prezzi, mentre gli analisti valutano l’impatto sulle dinamiche di domanda e offerta e il ruolo di Trump nella delibera.

Le delibere dell’Opec+

Nella giornata di ieri l’Opec+ ha tenuto un incontro virtuale per analizzare le condizioni del mercato petrolifero. Nel corso del vertice, Arabia Saudita, Russia, Iraq, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Kazakistan, Algeria e Oman hanno confermato la decisione, già presa il 5 dicembre 2024, di ripristinare gradualmente 2,2 milioni di barili al giorno di produzione volontariamente ridotta.

Il primo incremento sarà di 138.000 barili al giorno a partire dal 1° aprile, con la possibilità di rivedere il piano in base alle condizioni del mercato. Di conseguenza, l’aumento graduale potrebbe essere sospeso o invertito, mantenendo una flessibilità che consenta di supportare la stabilità del mercato petrolifero.

Inoltre, i paesi con volumi di produzione in eccesso si sono impegnati a rispettare gli aggiustamenti definiti il 3 aprile 2024 e a compensare entro giugno 2026 qualsiasi surplus di produzione rilevato da gennaio dello scorso anno.

Prezzi del petrolio in calo, atteso surplus

La decisione dell’Opec+ ha stupito il mercato che si aspettava un ulteriore rinvio, come già avvenuto tre volte da giugno. I prezzi del petrolio, infatti, sono già troppo bassi perché i sauditi e altri membri possano coprire le spese e i mercati globali sono sulla buona strada per un surplus di offerta entro la fine dell’anno.

Questo ha causato una reazione negativa dei prezzi, con il future sul Brent in calo sotto i 71 dollari al barile, ai minimi da circa tre mesi. Prima di ieri, le quotazioni del greggio erano già in calo di oltre il 10% da metà gennaio.

Il ruolo di Trump e i legami con i membri dell’Opec+

Il verdetto della riunione si inserisce in un contesto di pressioni politiche e di mercato e potrebbe evidenziare l’influenza di Trump. Il presidente degli Stati Uniti, infatti, ha più volte sollecitato il cartello a ridurre i prezzi del petrolio, e l’aumento della produzione potrebbe rispondere a questa richiesta.

Il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman si è impegnato a investire 600 miliardi di dollari negli Stati Uniti nel tentativo di rafforzare i legami del regno con Washington. Inoltre, la Russia, colpita da nuove sanzioni negli ultimi giorni dell’amministrazione di Joe Biden, potrebbe beneficiare di condizioni più favorevoli rafforzando le relazioni con Trump. Infine, l’Opec+ potrebbe colmare il gap determinato dalle pressioni di Washington sulle esportazioni iraniane.

La view degli analisti sul mercato del petrolio

Secondo l’International Energy Agency, anche senza aumenti produttivi dell’OPEC+, il mercato potrebbe trovarsi in eccesso di offerta di circa 450.000 barili al giorno nel 2025, a causa della crescita dell’estrazione in paesi concorrenti come Stati Uniti, Brasile e Canada. In parallelo, l’aumento dei dazi imposti dagli Stati Uniti su Cina, Canada e Messico potrebbe influenzare la domanda di petrolio, aggiungendo ulteriori incertezze alle prospettive del mercato.

La decisione dell’Opec+ non ha stupito gli analisti di ING, che si aspettavano già un ritorno graduale della produzione precedentemente limitata. Tuttavia, il calo dei prezzi riflette il fatto che molti operatori speravano in un rinvio e dovrebbe far felice il presidente Trump. Inoltre, le recenti tensioni economiche globali e l’incertezza sulla domanda potrebbero aggravare la pressione ribassista sul petrolio nei prossimi mesi. In particolare, gli analisti citano la possibile contrazione del Pil statunitense nel primo trimestre e gli ultimi annunci sui dazi.