Notizie Asset Class Commodity Oro, il target di Goldman Sachs a fine 2025 tra banche centrali e dazi Trump

Oro, il target di Goldman Sachs a fine 2025 tra banche centrali e dazi Trump

18 Febbraio 2025 15:58

Goldman Sachs ha aumentato la propria stima sul prezzo dell’oro a fine 2025, portandola a 3.100 dollari l’oncia, rispetto ai $ 2.890 precedenti. Alla base delle nuove proiezioni, gli analisti citano una domanda strutturalmente più elevata da parte delle banche centrali e una graduale spinta dal mercato degli ETF. Ma l’incertezza politica e commerciale potrebbe ulteriormente spingere le quotazioni del metallo prezioso fino a 3.300 dollari entro la fine dell’anno.

Gli acquisti delle banche centrali sostengono l’oro

Goldman Sachs mantiene la raccomandazione “long” sull’oro e alza le stime sul prezzo del metallo prezioso nel quarto trimestre del 2025.

Il primo fattore a supporto della revisione è una domanda strutturalmente più elevata da parte delle banche centrali. A dicembre, secondo gli analisti della banca d’affari, gli acquisti da parte di istituti centrali e affini sul mercato OTC di Londra sono stati particolarmente sostenuti, raggiungendo le 108 tonnellate (rispetto a 17 tonnellate prima del 2022), grazie soprattutto al contributo della Cina con 45 tonnellate.

Goldman ha quindi aggiornato la stima sulla domanda delle banche centrali a 50 tonnellate al mese (rispetto alle 41 tonnellate precedenti), prevedendo un effetto rialzista del 9% sulle quotazioni dell’oro a dicembre 2025.

Atteso effetto positivo dagli ETF

A ciò si aggiunge un graduale aumento atteso delle partecipazioni degli ETF, in scia alla previsione di due tagli dei tassi da parte della Federal Reserve nel corso del 2025.

L’incremento della domanda di fondi passivi indicizzati, aventi come sottostante il metallo prezioso, può contribuire per un ulteriore 2% al rialzo dei prezzi dell’oro. Questo dovrebbe compensare l’effetto negativo (-4%) derivante dalla normalizzazione delle posizioni di mercato nel caso l’incertezza si riduca, affievolendo gli acquisti di asset rifugio.

I fattori di incertezza

Per il momento, però, l’incertezza rimane elevata. Le tensioni geopolitiche e i dazi annunciati da Trump continuano infatti a sostenere la domanda di beni rifugio e quindi di oro, che ha raggiunto nuovi massimi nonostante un dollaro forte. Infatti, sebbene le misure commerciali siano destinate a entrare in vigore soltanto in aprile, la prospettiva di ritorsioni e di una guerra commerciale tiene sulle spine i mercati.

Nel frattempo, la Fed predilige un atteggiamento prudente sui tagli dei tassi, alla luce dell’inflazione ancora superiore al target e della solidità evidenziata dal mercato del lavoro Usa e in generale dall’economia a stelle e strisce.

Sullo sfondo, l’evoluzione tutta da definire della guerra in Ucraina, tra le ipotesi di colloqui di pace e i continui attacchi con i droni.

Il super target per l’oro nello scenario bullish

Secondo Goldman Sachs, i rischi netti per i prezzi dell’oro rimangono orientati al rialzo. La domanda da parte delle banche centrali potrebbe risultare più forte del previsto, a causa di una maggiore incertezza politica negli Stati Uniti. Se gli acquisti dovessero attestarsi su una media di 70 tonnellate al mese, i prezzi dell’oro potrebbero raggiungere i 3.200 dollari entro la fine del 2025.

Le preoccupazioni sulla sostenibilità fiscale degli Stati Uniti rappresentano un ulteriore fattore di rialzo potenziale del 5% (rispetto alla previsione di 3.100 dollari), fino a 3.250 dollari.

Con il persistere di un elevato grado di incertezza, il posizionamento speculativo potrebbe aumentare i flussi degli ETF e gli acquisti delle banche centrali (specialmente detengono ingenti riserve di Treasury), spingendo i prezzi dell’oro fino a 3.300 dollari l’oncia entro la fine dell’anno.

Al contrario, se la Fed dovesse mantenere invariato il costo del denaro nel corso dell’anno, Goldman indica un target di 3.060 dollari a fine 2025.