Oro e caffè ancora da record. I temi chiave? L’esperto risponde

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In una settimana non certo affollata di dati macro (uno dei pochi market mover è l’inflazione Usa in uscita domani), la questione dazi torna in primo piano e torna a riempiere le pagine della cronaca finanziaria.
Proprio ieri il presidente Usa, Donald Trump, ha dato in pasto ai mercati nuovi spunti in questa direzione con l’annuncio di nuovi dazi sulle importazioni Usa di alluminio e acciaio dal 12 marzo, ma ha anche anticipato che sono al vaglio misure su auto, farmaceutici e semiconduttori entro 4 mesi. “Maggiore volatilità interessa alcune materie prime, quali ad esempio l’oro e gas TTF, quest’ultimo per motivazioni legate all’offerta (scorte sotto il 50%) e alle basse temperature in Europa che spingono la domanda (a febbraio stime ICIS prevedono un + 17% a/a)”, segnalano gli strategist di Mps Capital Services.
Guardando più nel dettaglio, tra le commodity l’oro resta ancora protagonista dopo avere superato la soglia dei 2.900 dollari l’oncia sostenuto dalle notizie in arrivo dall’universo dazi ma sconta anche, come sottolineano gli esperti, la notizia dell’avvio in Cina del piano pilota che consentirà a 10 società assicurative di investire l’1% dei fondi in oro, equivalenti ad oltre 27 miliardi di dollari.
Ma non è solo l’oro da record: c’è anche il caffè, con i futures che hanno toccato nuovi massimi e registrato le migliori performance tra le materie prime da inizio anno.
Quali sono i fattori che sostengono questa nuova corsa di oro e caffè? Carlo Alberto De Casa, analista di Swissquote, spiega le principali ragioni di questa accelerazione.
Oro da record
Un oro ancora da record che questa mattina viaggia sopra i 2.900 dollari, mostrando un lieve calo dello 0,12%. Da inizio anno ha messo a segno un rialzo di quasi l’11%, con un +2,4% nel corso di questa settimana. Ma cosa sta sostenendo i corsi del metallo prezioso?
“Per la prima volta nella storia le quotazioni dell’oro hanno superato i 2.900 dollari per oncia. Per chi ragiona in euro siamo in area 90 euro per grammo d’oro fino. Ovviamente anche in questo caso si tratta di valori record – afferma Carlo Alberto De Casa –. Almeno in linea teorica un dollaro forte dovrebbe rappresentare un ostacolo per la corsa dell’oro. La realtà dei fatti, invece, ci racconta una storia diversa. Lo scenario è caratterizzato dall’attesa per i dazi americani e le contro risposte dei paesi coinvolti nella guerra commerciale, con l’incertezza che la fa da padrone. Le borse sono ancora sui massimi, ma gli investitori vogliono cautelarsi incrementando l’esposizione sul metallo giallo”.
Il tutto in una fase in cui le banche centrali continuano ad acquistare oro a ritmi significativi. “Non siamo più sui livelli record del 2022 e 2023, ma ogni mese le banche centrali comprano tonnellate di oro”, ricorda ancora l’esperto.
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Fra le materie prime sotto i riflettori in queste settimane troviamo senz’altro anche il caffè. “Le quotazioni dell’arabica sono arrivate oltre i 4 dollari per libbra. Certo, il rally del caffè non è un tema nuovo, con il prezzo che da inizio anno è salito del 30% e da inizio 2024 è più che raddoppiato. Se andiamo indietro ai tempi della pandemia, le quotazioni sono quadruplicate”, sostiene ancora De Casa che si sofferma sul tema chiave è legato ai problemi dal lato della produzione, in particolare in Brasile.
“La siccità ha rovinato l’ultimo raccolto ed i mercati prezzano un’offerta in calo a fronte di una domanda che resta solida. Nonostante il miglioramento delle condizioni climatiche in Brasile, l’ente che coordina il mercato del caffè nel paese si attende un calo della produzione del 4%, con un chiaro impatto sui prezzi che stiamo chiaramente vedendo in questi giorni”, conclude l’analista di Swissquote.
Ecco i grafici dei due future sul caffè: arabica (il primo), robusta (il secondo).