Notizie Notizie Mondo Ocse taglia le stime di crescita globale, Italia crescerà dello 0,4% nel ’23. Politica ‘Zero Covid’ rischio principale per la Cina

Ocse taglia le stime di crescita globale, Italia crescerà dello 0,4% nel ’23. Politica ‘Zero Covid’ rischio principale per la Cina

26 Settembre 2022 12:16

La crescita dell’economia globale ha perso slancio sulla scia della guerra di aggressione della Russia in Ucraina, che sta rallentando la crescita e sta esercitando ulteriori pressioni al rialzo sull’inflazione in tutto il mondo. E’ quanto afferma l’ultimo Interim Economic Outlook dell’OCSE.

L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha rivisto le stime di crescita globale a un modesto 3% nel 2022, prima di rallentare ulteriormente fino ad appena il 2,2% nel 2023. Questo è ben al di sotto del ritmo di crescita economica previsto prima della guerra e rappresenta circa 2,8 trilioni di dollari di produzione globale prevista nel 2023.

Inoltre, sempre secondo quanto scritto nell’Outlook, la guerra in Ucraina ha ulteriormente spinto al rialzo i prezzi dell’energia, soprattutto in Europa, aggravando le pressioni inflazionistiche in un momento in cui il costo della vita era già in rapido aumento in tutto il mondo a causa degli impatti persistenti della pandemia di Covid-19. Le imprese in molte economie stanno attraversano costi energetici, di trasporto e di manodopera più elevati, l’inflazione sta raggiungendo livelli mai visti dagli anni ’80, costringendo le banche centrali a inasprire rapidamente le impostazioni di politica monetaria più velocemente del previsto.

OCSE, stime di crescita riviste al ribasso, i numeri

Secondo l’Outlook dell’OCSE, l’inflazione e lo shock dell’approvvigionamento energetico derivante dalla guerra ha portato l’organizzazione a rivedere al ribasso le sue precedenti proiezioni di crescita a livello mondiale. La crescita annuale del PIL dovrebbe rallentare a circa 1/2% negli Stati Uniti nel 2023 e 1/4% nell’area dell’euro, con rischi di cali più profondi in diverse economie europee durante i mesi invernali. Anche in Cina la crescita è stata colpita e secondo le previsioni dovrebbe scendere al 3,2% nel 2022. Fatta eccezione per la pandemia del 2020, questo sarà il tasso di crescita più basso in Cina dagli anni ’70. Secondo le previsioni l’economia italiana dovrebbe crescere del 3,4% nel 2022 e dello 0,4% nel 2023.

 

 

Si prevede che l’inflazione diminuirà gradualmente nel corso del 2023 nella maggior parte dei paesi del G20 con l’entrata in vigore di una politica monetaria più restrittiva e il rallentamento della crescita globale. L’inflazione complessiva dovrebbe diminuire dall’8,2% di quest’anno al 6,6% nel 2023 nelle economie del G20 e scendere dal 6,2% di quest’anno al 4% nel 2023 nelle economie avanzate del G20.

“L’economia globale ha perso slancio sulla scia della guerra di aggressione non provocata, ingiustificabile e illegale della Russia contro l’Ucraina. La crescita del PIL si è arrestata in molte economie e gli indicatori economici indicano un rallentamento prolungato”, ha affermato il segretario generale dell’OCSE, Mathias Cormann durante una presentazione dell’Outlook. “Le pressioni inflazionistiche che erano già presenti quando l’economia globale è emersa dalla pandemia sono state gravemente aggravate dalla guerra. Ciò ha ulteriormente spinto l’aumento dei prezzi dell’energia e del cibo che ora minacciano gli standard di vita delle persone in tutto il mondo”.

L’OCSE segnala una sostanziale incertezza sulle prospettive economiche, con significativi rischi al ribasso. Questi includono la possibilità di ulteriori aumenti dei prezzi del cibo e dell’energia, che potrebbero spingere molte persone nella povertà, così come la possibilità di carenze di gas con l’avanzare dell’inverno nell’emisfero settentrionale. Ridurre il consumo di energia e diversificare le fonti di approvvigionamento sarà fondamentale per evitare carenze, che aumenterebbero i prezzi globali dell’energia, danneggerebbero la fiducia e probabilmente peggiorerebbero le condizioni finanziarie e richiederebbero un periodo temporaneo di riduzione forzata del consumo di gas da parte delle imprese. Si legge nell’Outlook dell’OCSE.

Presi insieme, questi shock potrebbero ridurre la crescita delle economie europee di oltre 1¼ punti percentuali nel 2023, rispetto alla proiezione centrale dell’Outlook, e aumentare l’inflazione di oltre 1½ punti percentuali. Ciò spingerebbe molti paesi in una recessione per l’intero anno nel 2023, mentre anche la crescita del PIL sarebbe indebolita nel 2024.

Mercato immobiliare e la politica “Zero Covid” rischi per la crescita cinese

Altri rischi chiave sono che gli aggiustamenti in corso nei mercati immobiliari cinesi – combinati con l’elevato livello di debito societario in Cina e il proseguimento della politica “zero Covid” del paese – potrebbero generare un rallentamento più grave del previsto nella seconda economia più grande del mondo. Questo rischio si aggiunge ai continui costi derivanti dalle pressioni sulla catena di approvvigionamento globale e alle possibili crisi del debito e al contagio finanziario in molte economie dei mercati emergenti e a basso reddito.