Notizie Dati Macroeconomici Ocse: Banche centrali e greggio spingeranno la crescita globale, riviste al rialzo le stime su Eurolandia (e Italia)

Ocse: Banche centrali e greggio spingeranno la crescita globale, riviste al rialzo le stime su Eurolandia (e Italia)

18 Marzo 2015 11:28

Nuovi stimoli da parte delle banche centrali e greggio a sconto. Queste le ragioni che hanno spinto l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), che oggi ha diffuso l’Interim Global Economic Assessment,  ad innalzare le stime sulla crescita globale 2015. “Prezzi del petrolio in calo e l’allentamento generalizzato delle condizioni monetarie hanno portato l’economia globale a un punto di svolta”, detto Catherine Mann, capo economista dell’Ocse. Nell’anno corrente e nel prossimo la crescita economica dei Paesi membri, che rappresentano circa il 70% dell’output globale, è vista rispettivamente al 4 e al 4,3 per cento, contro il 3,9 e il 4,1 per cento stimato a novembre.

Da dicembre, banche centrali che rappresentano il 48% dell’output globale hanno allentato le condizioni monetarie. In primo luogo c’è ovviamente la Banca centrale europea che il 9 marzo ha dato il la al piano di acquisto asset, per lo più bond governativi, da oltre mille miliardi di euro. Dal +1,1-1,7% precedente, la crescita della Zona euro nel 2015-2016 è stata portata all’1,4-2 per cento. Andamento simile per i dati relativi il nostro Paese, che nell’anno corrente dovrebbe registrare un incremento della ricchezza prodotta dello 0,6% (da +0,4%) mentre l’anno prossimo potrebbe segnare un +1,3% (dal +0,3%).

Per quanto riguarda la prima economia (+3,1% nel 2015 e +3% nel 2016), l’apprezzamento del dollaro sta spingendo al ribasso l’inflazione e potrebbe, zavorrando le esportazioni, frenare la crescita. L’istituto con sede a Parigi stima che la Federal Reserve rinvierà il primo incremento del costo del denaro, atteso per giugno (questa sera appuntamento a Washington per saperne di più), in attesa che il rafforzamento dell’economia europea favorisca la risalita dell’euro. “L’allontanamento del costo del denaro statunitense da quota zero dipenderà in gran parte dalla ripresa dell’Europa”, rileva Mann.  

Non è il momento di cullarsi sugli allori
Nella situazione attuale, il pericolo è rappresentato “dall’eccessiva fiducia” nelle virtù taumaturgiche delle politiche monetarie nel sostenere la crescita. Per il sistema finanziario, rileva l’Ocse, i rischi sono rappresentati da un’eccessiva propensione al rischio, dallo sproporzionato ricorso all’indebitamento e dal progressivo allontanamento tra condizioni economiche reali e andamento dei tassi di cambio.  Un’altra minaccia arriva dall’andamento dell’inflazione visto che nella prima metà dell’anno i prezzi potrebbero registrare, “per la prima volta”, un arretramento in tutte e cinque maggiori economie mondiali. Per far sì che la ripresa sia sostenibile, ammonisce l’Ocse, i governi devono proseguire nel processo riformatore e lanciare nuovi piani infrastrutturali.