Obama imposta il suo programma elettorale nello “State of the Union”
“Built to last”, costruita per durare. E’ l’America che Obama ha dipinto nel suo discorso “State of the Union”, l’ultimo del suo primo mandato presidenziale e, in sostanza, il primo della campagna elettorale che lo vedrà opposto al candidato vincitore del Partito Repubblicano.
Non sarà un’impresa facile, per il Presidente Usa, tornare a vincere, dopo che la crisi di questi anni ha travolto l’entusiasmo con cui il suo mandato alla guida della prima economia mondiale era cominciato. Ma proprio per questo, nel discorso di ieri a Washington, Obama non ha mancato di ricordare, all’inizio e alla fine dello speech, il successo principale ottenuto dalla sua amministrazione contro il nemico numero uno dell’America e del mondo, Osama Bin Laden.
La sfida fiscale di Obama
Ricordo doveroso, che però non rassicura gli americani sul futuro del Paese, soprattutto quello economico che è quello che più preoccupa gli elettori. Ecco perché Obama è subito passato a temi più pratici, attaccando le diseguaglianze sociali che minano l’unità del Paese, e impostando subito l’attacco agli avversari repubblicani.
Approfittando della pubblicazione dei documenti che testimoniano i rapporto di Mitt Romney con il fisco, secondo cui il candidato repubblicano avrebbe pagato un’aliquota fiscale solo intorno al 15% sui propri capitali, fatti rientrare sotto il cappello delle “rendite da investimento” e perciò, per la legge fiscale Usa, soggetti ad aliquote agevolate, Obama ha fatto capire che il prossimo passo della sua amministrazione, qualora fosse riconfermata alla guida dell’America, sarà proprio quello di evitare che i “ricchi” paghino più tasse dei “poveri”.
E per rafforzare la sua posizione, Obama ha voluto presente anche la segretaria dell’investitore Warren Buffet, a testimonianza che la donna versa tasse ad un’aliquota superiore a quella del proprio capo a causa dell’attuale legge fiscale, e che proprio questa legge è ciò che va cambiato.
Inizia la campagna elettorale
Un pavimento del 30% per le aliquote dei più ricchi, dunque potrebbe essere uno dei punti del prossimo programma di Obama. In più, una riforma dell’immigrazione, e task forces per punire le frodi legate ai mutui e le pratiche di commercio abusivo (soprattutto cinese). Queste ultime due iniziative saranno avviate subito, in collaborazione con il Dipartimento della Giustizia, anche se non è chiaro quanto potranno andare lontano, data l’imminenza delle elezioni.
Un altro punto su cui Obama dovrà ragionare nel poco tempo che gli resta, è il rilancio dell’economia. “Possiamo scegliere tra un Paese dove pochi sono ricchi e la maggioranza stenta a vivere, oppure possiamo ridare vita ad un’economia dove tutti possano avere una chance”, ha detto il Presidente nel suo discorso. Un’economia che poggia sul rilancio del manifatturiero, dell’energia e dell’istruzione. Obbiettivi ambiziosi, che dovranno necessariamente fare i conti con la sfavorevole congiuntura globale, e che i candidati repubblicani certo non mancheranno di contestare.
La campagna elettorale per le presidenziali Usa è ufficialmente aperta.