Nuovi scenari per Rcs: Proto rastrella titoli, ma respinge l’accostamento con Ricucci
La Proto Organization Limited ha annunciato ieri sera di aver raggiunto quasi l’1% del capitale di Rcs Mediagroup e di essere intenzionata a salire ancora. La società guidata dal ceo Alessandro Proto ha infatti chiarito di voler arrivare ad almeno il 2% del gruppo editoriale nel giro di pochi giorni.
Con una nuova nota distribuita questa mattina Proto ha sottolineato che alla base degli acquisti non vi è “nessuna strategia occulta” ma puramente la ricerca del profitto, respingendo al mittente i paragoni con l’operato sul titolo Rcs dell’immobiliarista Stefano Ricucci, autore nel 2006 di una “pubblicizzata” scalata al capitale del gruppo. L’investitore rivendica la trasparenza del suo lavoro: “Molto lontano dall’immagine di un Ricucci di turno. Oggi, infatti e per fortuna, i tempi sono cambiati, e con l’attuale governo ci sono rigore e chiarezza da perseguire anche se non ne condivido totalmente l’operato finora svolto e i poteri cosiddetti forti non sono più cosi forti come qualche tempo fa”.
Con una nuova nota distribuita questa mattina Proto ha sottolineato che alla base degli acquisti non vi è “nessuna strategia occulta” ma puramente la ricerca del profitto, respingendo al mittente i paragoni con l’operato sul titolo Rcs dell’immobiliarista Stefano Ricucci, autore nel 2006 di una “pubblicizzata” scalata al capitale del gruppo. L’investitore rivendica la trasparenza del suo lavoro: “Molto lontano dall’immagine di un Ricucci di turno. Oggi, infatti e per fortuna, i tempi sono cambiati, e con l’attuale governo ci sono rigore e chiarezza da perseguire anche se non ne condivido totalmente l’operato finora svolto e i poteri cosiddetti forti non sono più cosi forti come qualche tempo fa”.
Gli acquisti di Proto rappresentano solo l’ultimo colpo di scena della nuova stagione che si è aperta per il controllo della società editrice del Corriere della Sera.
A soli due giorni dall’uscita dal patto di sindacato del gruppo da parte di Diego Della Valle, un altro imprenditore, Giuseppe Rotelli, aveva annunciato di essere salito al 16,55% del capitale del gruppo, divenendo quindi il primo azionista del gruppo (con un blitz su un pacchetto pari al 5,24% in precedenza nelle mani della famiglia Toti).
La mossa era stata inizialmente interpretata come un freno alle ambizioni di Della Valle (e alle speculazioni rialziste del mercato) che a caldo aveva lasciato intendere di essere pronto a comprare grazie alla maggiore libertà di azione derivante dall’uscita dal Patto.
Le opportunità di acquisto apparivano infatti ridimensionate. Il flottante di Rcs, storicamente molto ridotto, è ormai pari a circa il 11% del capitale, mentre il patto di sindacato mette insieme circa il 58% del capitale. Il gruppo Benetton considera poi il suo pacchetto del 5,10% incedibile.
Non restava che andare sul mercato. I primi acquisti di Proto (pari allo 0,5%) erano avvenuti dopo l’uscita di Della Valle dal patto ed era stato attribuito all’instabilità dei soci storici e alla liquidità di chi è fuori dal patto, in attesa di “sviluppi interessanti sotto tutti i punti di vista”. Nelle motivazioni di Proto si erano lette anche considerazioni sistemiche: “Fino a poche settimane fa Rcs era considerata intoccabile ma visto quanto sta accadendo e in vista delle prossime elezioni abbiamo deciso di far parte della partita consapevoli che potremmo giocare un ruolo fondamentale nel futuro della società”.
Non restava che andare sul mercato. I primi acquisti di Proto (pari allo 0,5%) erano avvenuti dopo l’uscita di Della Valle dal patto ed era stato attribuito all’instabilità dei soci storici e alla liquidità di chi è fuori dal patto, in attesa di “sviluppi interessanti sotto tutti i punti di vista”. Nelle motivazioni di Proto si erano lette anche considerazioni sistemiche: “Fino a poche settimane fa Rcs era considerata intoccabile ma visto quanto sta accadendo e in vista delle prossime elezioni abbiamo deciso di far parte della partita consapevoli che potremmo giocare un ruolo fondamentale nel futuro della società”.