Crolla Piazza Affari, il Ftse Mib chiude con un tonfo del 5%. Spread a 400 punti base
La Borsa di Milano ha chiuso la seduta in profondo rosso, facendo registrare la peggiore performance tra le principali piazze finanziarie europee. Le vendite hanno colpito tutti i settori, con particolare vigore i titoli del settore bancario. La tensione è tornata altissima sul mercato secondario dei titoli di Stato, dove lo spread tra il Btp a dieci anni e il Bund tedesco è ritornato a quota 400 punti base. Domani riflettori accesi sull’asta dei Bot a 3 e 12 mesi per complessivi 11 miliardi di euro. A pesare anche i dati sul mercato del lavoro Usa di venerdì scorso: a marzo sono stati creati 120 mila nuovi posti di lavoro, la metà rispetto alle attese degli analisti. In questo quadro a Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha ceduto il 4,98% a 14.458 punti, mentre il Ftse All Share è arretrato del 4,76% a quota 15.466.
Le vendite hanno travolto il comparto bancario: Intesa SanPaolo ha ceduto il 7,94% a 1,137 euro, Unicredit l’8,10% a 3,04 euro, Banco Popolare il 7,31% a 1,129 euro, Popolare di Milano il 6,81% a 0,328 euro, Ubi Banca il 6,49% a 2,71 euro. Monte dei Paschi (+0,28% a 0,29 euro) resta un tema caldissimo a Piazza Affari. Il titolo dell’istituto di Rocca Salimbeni è stato l’unico sul Ftse Mib ha chiudere in territorio positivo. Questa mattina, attraverso le comunicazioni della Consob, si è saputo che la Fondazione Mps ha ceduto altre 10,4 milioni di azioni, pari allo 0,2% del capitale del Monte. Malissimo Stm (-8,19% a 5,325 euro) dopo aver ricevuto una multa da 59 milioni di dollari che si rifletterà negativamente sui conti del primo trimestre dell’anno. La sentenza riguarda una controversia tra STM e NXP per alcune spese di fornitura alla joint venture di STM nel wireless tra il primo ottobre 2008 e il 31 dicembre 2009.
Il gruppo italo-francese stima che questa sanzione avrà un impatto negativo sui risultati del primo trimestre del 2012, in particolare sul margine lordo di 2,6 punti percentuali. Forti vendite anche su Fiat Spa che ha lasciato sul parterre il 6,41% a 4 euro. Non si sono salvati nemmeno i colossi pubblici dell’energia: Eni ha ceduto il 3,95% a 16,52 euro, Enel il 3,26% a 2,496 euro. Mediaset ha perso il 5,19% a 1,809 euro dopo la decisione del Governo di azzerare il “beauty contest” sulle frequenze televisive. Secondo quanto riportato questa mattina da La Repubblica, l’asta potrebbe essere spacchettata con la prima tranche di multiplex che dovrebbe essere ceduta agli operatori tv per tre anni.
Ansaldo STS, dopo un inizio positivo, non è stata risparmiata dalle vendite e ha ceduto il 2,09% a 7,25 euro. Nel fine settimana Il Sole 24 Ore ha scritto che China Southern Railway (CSR) potrebbe rilevare una quota in Ansaldo Breda e in Ansaldo STS, entrambe società controllate dal colosso pubblico. “La conglomerata giapponese Hitachi è con ogni probabilità il miglior contendente” hanno scritto gli analisti di Banca Akros nella nota odierna ricordando che il gruppo nipponico potrebbe essere interessato a rilevare il 50% di Ansaldo Breda e il 29% di STS con l’obiettivo di guadagnare quote di mercato in Europa.