Nouriel Roubini e le 10 “D” mortali da Grande Depressione. E c’è chi paventa ripresa Europa solo nel 2023
Qualcuno di voi ha notato il tweet con cui Nouriel Roubini ha presentato le dieci D mortali che scateneranno la Grande Depressione, nel decennio appena iniziato? Per chi non lo avesse visto, le D sono le seguenti:
“Debito, demografia, deflazione, svalutazioni, problemi digitali, de-globalizzazione, contraccolpi alla democrazia, rivalità strategica da duopolio (tra Stati Uniti e Cina), conflitti digitali-tecnologici, disastri mortali (pandemie/grandi crisi finanziarie)”.
Il tutto è stato spiegato dal presidente e amministratore delegato di Roubini Macro Associates e, anche, professore di economia presso la New York University Stern a Yahoo Finance qualche giorno fa, in un articolo che ha affossato le speranze di una ripresa a V, ipotizzando piuttosto una “ripresa molto anemica a U”.
“Sia le aziende che le famiglie spenderanno di meno e risparmieranno di più”, ha predetto Roubini, noto anche come Dr. Doom per le sue previsioni bearish.
E non è detto neanche che la ripresa a U siglerà la fine della storia. Il recupero dalla crisi scatenata dalla pandemia del coronavirus – ha spiegato – apparirà inizialmente a V, per poi “prendere subito la forma a U”. Ma esiste anche il rischio di una ripresa a “W”, con la crescita che potrebbe a un certo punto scivolare in una recessione double dip, ovvero in una recessione con due picchi negativi, nel caso in cui ci fossero nuove ondate di contagi da coronavirus, che rendessero dunque necessarie nuove fasi di lockdown (leggi, nuovi periodi di quarantena per l’economia).
Alla metà degli anni Venti (riferimento al decennio 2020) di potrà poi assistere a una ripresa a L. Il risultato sarà che la crisi scatenata dal COVID si tradurrà in una depressione che potrebbe essere peggiore di quella della Grande depressione. “Ho sempre detto che la mia previsione sulla “Greater Depression” non si riferiva al 2020, ma al decennio del 2020, verso la metà del decennio”, ha precisato Roubini.
A tal proposito, vale la pena rispolverare l’outlook del Fondo Monetario Internazionale.
Tra i bearish c’è anche Christophe Barraud, responsabile economista della società di broker-dealer Market Securities che, di recente, ha detto intervistato da Business Insider che l’economia non tornerà ai ritmi di crescita del 2019 almeno fino al 2022, e che ha aggiunto “che ci vorrà molto tempo per tornare alla normalità”.
“Anche se ci sarà un vaccino entro la fine dell’anno, probabilmente non sarà distribuito fino al 2021, il che costringerà gli Stati Uniti a fronteggiare il virus per un periodo lungo di tempo”. La ripresa potrebbe non manifestarsi fino al 2022 per gli Usa – ha precisato Barraud – e fino al 2023 per l’Europa.
Per chi non lo conoscesse, Barraud è considerato da Bloomberg tra gli economisti che più di tutti hanno visto concretizzare le proprie previsioni. E’ dunque inquietante sentirlo dire che “il mercato azionario sta scontando la perfezione” e che “le valutazioni correnti implicano che diverse cose vanno per il verso giusto”, quando invece non è così: motivo per cui l’economista lancia un avvertimento sul rischio di una correzione nell’azionario.
“I mercati non stanno scontando molti rischi”, probabilmente gonfiati anche dai massicci stimoli fiscali (oltre che di quelli monetari lanciati dalle banche centrali”.