Notizie Lavoro Non c’è crisi per la vendita diretta, +12,2% gli occupati nel 2012

Non c’è crisi per la vendita diretta, +12,2% gli occupati nel 2012

19 Febbraio 2013 14:39

In tempo di recessione c’è un mestiere che pare non conoscere crisi. E’ quello del venditore diretto: stando ai dati di Univendita, il fatturato 2012 si è chiuso con un balzo del +5% per le aziende associate all’Unione Italiana vendite a domicilio. Il dato si attesta a quota 1 miliardo e 175 milioni di euro; risultato ancora più significativo se calato nel quadro economico nazionale. Infatti, se l’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) ha registrato un calo del 2,7% nel corso del 2012, la vendita diretta a domicilio ha confermato un trend di crescita che rappresenta ormai una costante degli ultimi anni.
Saldo positivo anche sul fronte occupazionale nel corso del 2012: gli addetti alla vendita hanno superato le 67.000 unità, in crescita del 12,2% rispetto al 2011. Sempre preponderante la componente femminile, pari all’89%. Da sottolineare anche il + 3,3% degli impiegati che lavorano nelle sedi delle aziende associate.
«Da quando è nata nel 2010, quindi in piena crisi economica, Univendita ha visto crescere il business delle aziende associate di anno in anno -ricorda Luca Pozzoli, presidente dell’associazione-. Gli incrementi del 9,0% nel 2010, del 4,9% nel 2011, del 5,1% nel 2012 confermano la bontà della scommessa fatta dai soci fondatori: riunire l’eccellenza dell’intero settore della vendita a domicilio è stata una scelta vincente. La dimostrazione è nei fatti: oggi l’offerta di prodotti di qualità elevata attraverso venditori seri e preparati continua a essere premiata dalle scelte dei consumatori».
In particolare, il comparto più dinamico è stato quello dei “beni durevoli casa”, che ha registrato un incremento del 6,3% sul 2011 e che, con una quota di mercato del 65%, si conferma il comparto di maggior rilievo della vendita a domicilio. A seguire, “alimentari e beni di consumo casa” (+3,8%) e “altri beni e servizi” (+3,2%). Chiude la classifica degli scostamenti il comparto “cosmesi e cura del corpo”, in crescita dell’1,2%.