Niente rimbalzo per le Borse europee, la paura Dublino contagia anche Lisbona
Niente rimbalzo per le Borse europee dopo la battuta d’arresto della vigilia. Partiti in timido rialzo, nel giorno dell’apertura del G20 a Seul, i listini del Vecchio Continente sono tornati in territorio negativo in tarda mattina, con Madrid che si evidenzia come la peggiore d’Europa a causa del dato deludente del Pil spagnolo. Alla mezz’ora dalla chiusura l’Ftse Mib lascia sul terreno l’1,13% e l’All Share l’1,06%. Meglio Parigi (-0,46%), Francoforte (-0,04%) e Londra (-0,07%). Morgan Kelly, il professore di economia irlandese soprannominato doctor doom per le previsioni nefaste spesso avverate, non ha dubbi: un’ondata di insolvenze sui mutui potrebbe portare a 70 miliardi di euro il costo del salvataggio delle banche nel Paese, finora stimato a 50 milioni. Se dalle ipotesi di scuola si passasse alla realtà la cifra che metterebbe Dublino in serie difficoltà. Anche il Wall Street Journal ha soffiato sul fuoco, tirando in ballo anche Atene. Secondo il quotidiano americano il deficit greco nel 2009 ha raggiunto il 15%, in ulteriore rialzo rispetto alle stime del governo, e anche per quest’anno è in arrivo una revisione in peggio al 9,3% che imporrà ulteriori misure specie sul fronte della spesa. Gli obiettivi di deficit/Pil fissati nel piano di salvataggio concordato con Unione europea e Fondo monetario internazionale erano di un rapporto all’8,1% per il 2010 e al 7,6% per il 2011 ma per raggiungere il target 2010 mancherebbero all’appello circa due miliardi di euro. Le ultime stime per il deficit 2009, quadruplicato rispetto alle previsioni del precedente esecutivo guidato da Costas Karamanlis, erano per un 13,8% del Pil. “Non è un mercato facile da interpretare”, ha commentato Gianmaria Bergantino di Bank Insinger. “Siamo di fronte a una situazione difficile: le tensioni dei debiti sovrani sono la principale fonte di preoccupazione in Europa, dall’altra parte abbiamo il treno dei mercati emergenti, mentre l’America sta giocando sporco con un dollaro così debole, che riesce a sostenere l’export e a trainare gli utili delle società”. “Si naviga a vista”, ha segnalato un altro gestore, secondo cui è azzardato fare previsioni da qui alla fine dell’anno.