Nichel: fattore Russia scatena impennata storica, un problema per batterie Tesla & EV. Putin rallenterà elettrificazione auto?
Il rally storico del nichel scatenato dalla paura di un taglio dell’offerta da parte della Russia fa tremare i colossi produttori di auto elettriche, Tesla in primis.
Oggi le quotazioni del nichel sono più che raddoppiate sull’LME, London Metal Exchange, segnando un rally fino a +108%, al record di sempre di 100.000 dollari la tonnellata.
L’impennata è stata commentata dal Financial Times come l'”aumento dei prezzi più straordinario dei 145 anni di storia dell’LME”.
L’LME in primis è stato costretto a varare misure di emergenza, come quelle che permettono ai trader di posticipare gli obblighi di consegna relativi a tutti i suoi principali contratti, inclusi quelli del nichel. Il trading del nichel è stato poi sospeso per la giornata di oggi.
Come nel caso delle fiammate dei prezzi del petrolio e del gas naturale, anche in quello del nichel il rally scatenato si spiega con la Russia, che ha già fatto schizzare i prezzi dell’alluminio e del palladio ai valori record di sempre, alimentando i timori del comparto delle auto.
L’alluminio, infatti, è sempre più utilizzato per le produzioni di veicoli, così come il palladio, presente nelle marmitte catalitiche.
Nel caso del nichel, il suo utilizzo interessa il comparto delle auto elettriche, in quanto materia prima per la produzione delle batterie EV.
Non per niente, nell’annunciare di aver siglato un accordo con Tesla, il responsabile della divisione commerciale di BHP Vandita Pant, in una nota, ha detto non molto tempo fa di prevedere un boom della domanda del metallo pari a +500% nel corso del prossimo decennio.
Il boom dei prezzi della materia prima significa però costi più alti per i produttori di EV e dunque prezzi più alti per i consumatori potenzialmente interessati all’acquisto di auto elettriche. I costi più alti per le aziende si spiegano con il fatto che le batterie al litio rappresentano il materiale di per sé già più costoso per la produzione delle auto elettriche. E’ evidente dunque come il rally del metallo potrebbe a rischio lo stesso processo di elettrificazione e dunque di transizione dall’utilizzo di auto a benzina e diesel alle auto elettriche.
In un articolo, Reuters ha precisato che i metalli non sono stati colpiti dalle sanzioni che l’Occidente ha imposto alla Russia di Vladimir Putin: tuttavia, in un contesto in cui multinazionali del calibro di Shell chiedono scusa per aver acquistato un carico di petrolio russo, in un momento in cui si intensificano gli appelli per il boicottaggio delle multinazionali che, nonostante l’invasione dell’Ucraina, rimangono in Russia – vedi l’appello di Sean Penn contro Coca-Cola, Pepsi e McDonald’s –, alcuni produttori di auto e di componenti auto stanno già prendendo le distanze dai prodotti russi.
Si profila un periodo di nuovo complicato per i produttori di auto, che stanno facendo tuttora i conti con la scarsità dei semiconduttori.
La Russia, va ricordato, è uno dei principali fornitori mondiali del metallo e il timore che le sanzioni occidentali possano colpire anche le sue materie prime ha fatto schizzare i prezzi di un metallo la cui offerta si presentava già scarsa, prima della guerra tra la Russia e l’Ucraina.
La liquidità si è deteriorata in modo drammatico nelle ultime ore con i venditori di nichel che si sono messi da parte e i detentori delle posizioni short che hanno invece cambiato idea, scatenando lo short squeeze.
C’è da dire che una quantità superiore al 70% dell’offerta globale di nichel viene utilizzata per la produzione di acciaio Inox. Tuttavia, negli ultimi anni, del metallo si è parlato soprattutto in relazione al suo utilizzo per le batterie delle auto elettriche (al momento, solo il 7% dell’offerta è utilizzata dai produttori di batterie).
La Russia incide sull’offerta globale di nichel per appena il 6%. Tuttavia la sua importanza nell’industria delle batterie è molto più alta se si considera che il colosso Norilsk Nickel PJSC, che gestisce miniere nel nord della Siberia, fornisce il 17% del cosiddetto nichel di “Classe 1”, una versione pura del nichel più adatta alla produzione di batterie, che può essere tra l’altro estratta in grandi quantità soltanto in pochi siti al mondo.
Occhio all’analisi odierna di XTB, società leader globale degli investimenti finanziari online, relativa al rialzo record dei prezzi del nichel a seguito dell’escalation nel conflitto Russia-Ucraina e dopo un altro round di negoziati senza successo.
Walid Koudmani, Chief Market Analyst di XTB, ha spiegato nell’analisi appena pubblicata che “il nichel continua ad essere una delle materie prime più volatili, con il prezzo di questo metallo industriale scambiato per un breve periodo sopra i $100.000 per tonnellata alla borsa di Singapore durante la sessione asiatica di oggi e che ha iniziato la sessione di negoziazione a Londra (LME) leggermente al di sopra di $ 80.000”.
“Per mettere in prospettiva questa cifra è importante ricordare che il nichel è stato scambiato a circa $20.000 per tonnellata a gennaio e ha visto un aumento del 60% da ieri poiché i problemi di approvvigionamento sono aumentati, a seguito dell’escalation nel conflitto Russia-Ucraina e dopo un altro round di negoziati senza successo”.
“La Russia è uno dei principali esportatori mondiali di questa merce – si legge nel commento – e con il potenziale di sanzioni in arrivo dirette verso i paesi occidentali, il mercato potrebbe assistere a un significativo shock dell’offerta a breve termine che potrebbe portare a ulteriori aumenti dei prezzi fino a quando la situazione non si sarà stabilizzata. Inoltre, un’unità di una delle più grandi banche cinesi – China Construction Bank Corporation – ha dovuto affrontare una richiesta di margine di centinaia di milioni di dollari poiché aveva un’ampia posizione Short sul nichel e ha subito enormi perdite a seguito dell’impennata dei prezzi del nichel di ieri. La richiesta di margine doveva essere risolta lunedì ma, poiché la banca non disponeva di fondi sufficienti, LME ha prorogato la scadenza fino ad oggi. Inoltre, LME ha interrotto le consegne di alcune materie prime, tra cui il nichel, il che ha portato a un temporaneo deficit della merce utilizzata principalmente nella produzione di acciaio oltre al crescente utilizzo nella produzione di batterie per veicoli elettrici”.