Nexi: sorpresa dividendo mette le ali al titolo (+10%). Radar analisti su target 2025

Fonte immagine: Getty
Nexi inarrestabile a Piazza Affari, con il mercato che guarda soprattutto al ritorno all’utile e alla voce “remunerazione azionisti” (con l’avvio della distribuzione del dividendo). Il titolo della paytech europea continua ad accelerare a Piazza Affari, con un rialzo ora di circa il 10% sopra quota 5 euro che le permette di essere ben salda in vetta al Ftse Mib.
Gli analisti però guardano anche ai target 2025, più deboli del previsto.
Utili ricavi ed Ebitda: i numeri del 2024
Nexi ha approvato ieri i risultati finanziari per il 2024 che vedono i ricavi di gruppo attestarsi a 3.514 milioni di euro, in crescita del 5,1% rispetto al 2023, e l’Ebitda salire a 1.863,2 milioni (+7,1% a/a). Nel periodo in esame l’ebitda margin è stato pari al 53%, con un incremento di 101 punti base rispetto all’esercizio passato, “anche grazie alla più veloce realizzazione di efficienze e sinergie alla luce dell’integrazione del Gruppo”.
Ritorno all’utile, con i profitti che si sono attestati a 171 milioni di euro rispetto alla perdita da 1 miliardo registrata nel 2023. L’Eps normalizzato nel 2024 è aumentato a 0,59 euro (+11% a/a), con un utile di pertinenza del gruppo normalizzato pari a 731 milioni rispetto ai 768,5 milioni indicati dal consensus Bloomberg.
Nel solo quarto trimestre del 2024 i ricavi si sono attestati a 942,4 milioni, in crescita del 3,7% rispetto all’analogo periodo nel 2023, mentre l’Ebitda è stato pari a 513,3 milioni, in aumento del 6,7% a/a, e l’Ebitda margin ha raggiunto il 54%, con un incremento di 153 punti base rispetto al quarto trimestre 2023. Il consensus Bloomberg indicava un Ebitda di 513 milioni.
Target 2025 più deboli, ecco perchè
Nell’anno in corso Nexi si attende “ricavi in crescita “low-to-mid-single digit” influenzata da impatti eccezionalmente elevati relativi alla vendita dei business di acquiring da parte di alcune banche e a rinegoziazioni di contratti rilevanti in termini di size; un’espansione dell’Ebitda margin definita in almeno 50 punti base annuo e una generazione di cassa in eccesso per almeno 800 milioni.
Capitolo dividendo e buyback
La paytech italiana si prepara anche ad avviare la distribuzione dei dividendi, prevedendo di aumentarne nel tempo l’importo. La prossima assemblea degli azionisti del 30 aprile 2025 sarà chiamata a deliberare sulla distribuzione di dividendi pari a 300 milioni di euro (cedola proposta per circa 0,25 euro per azione). Nexi prevede inoltre un programma di riacquisto di azioni proprie pari a 300 milioni da eseguire nell’anno. Così facendo per il 2025 il ritorno totale di capitale agli azionisti sarà pari a 600 milioni.
“Nell’ottica di una prospettiva di crescita continua e resiliente anche per i prossimi anni, intendiamo restituire ai nostri azionisti, da ora in avanti, la maggior parte della cassa in eccesso impegnandoci al contempo a mantenere lo status di Investment Grade. Già da quest’anno inizieremo a distribuire un dividendo significativo che prevediamo di aumentare nel tempo. Per il 2025 proporremo alla prossima assemblea degli azionisti un ritorno di capitale di 600 milioni di euro, di cui 300 milioni di euro in dividendi e ulteriori 300 milioni di euro attraverso un programma di acquisto di azioni proprie”, ha dichiarato Paolo Bertoluzzo, ceo di Nexi Group.
Cosa dicono gli analisti
“Risultati del quarto trimestre in linea con le attese, così come la guidance 2025”, commentano gli analisti di Equita che mantengono una raccomandazione buy e target price di 9 euro su Nexi.
Anche Barclays si sofferma oggi sugli annunci di Nexi in un report dal titolo “Outlook softer but shareholder distribution helps“. In particolare, gli esperti della banca d’affari inglese sottolineano come “la crescita dei ricavi pari al 3,7% è stata inferiore alle attese, mentre quella dell’Ebitda è stata in linea”. Osservando, invece, i target per il 2025 la crescita è stata in linea con il consensus ma al di sotto degli obiettivi di medio termine. “Ci aspettiamo che il mercato si interroghi sul fatto che questi possano rimanere ‘venti contrari’ nel medio termine”, spiegano da Barclays.