Notizie Indici e quotazioni Nasdaq si riaccende. Ma vera scommessa altrove

Nasdaq si riaccende. Ma vera scommessa altrove

24 Gennaio 2023 10:42

Nasdaq protagonista a Wall Street: evidente la rimonta dei titoli tecnologici, affossati lo scorso anno da pesanti sell off. Nella sessione di ieri il listino hi-tech ha chiuso in rialzo del 2% per la seconda sessione consecutiva, dopo il rally del 2,66% di venerdì scorso.

Boom di buy hanno interessato le Big Tech Usa: i titoli Tesla e Apple sono schizzati rispettivamente del 7,7% e del 3,2%, continuando a beneficiare delle notizie provenienti dalla Cina, relative al reopening della seconda economia del mondo.

Acquisti anche su Advanced Micro Devices, balzata dell’8% circa, mentre Qualcomm e Nvidia hanno segnato un rally del 7% circa.

Tra le Big Tech, gli operatori si sono posizionati anche su Netflix e Meta Platforms.

Il risultato è che il Nasdaq ha continuato a sovraperformare a Wall Street, con un rally di 224 punti (+2,01%), a 11,364.41.

Il titolo che ha contribuito maggiormente al rialzo dell’indice è stato Nvidia, che ha contribuito con un progresso di 36 punti.

La febbre esplosa sui titoli hi-tech ha fatto sentire i suoi effetti anche sul VanEck Semiconductor ETF (SMH) che è schizzato ieri del 4,72%, riportando la sessione migliore dal 30 novembre scorso.

Ma per Barclays la vera scommessa non è a Wall Street

Wall Street pronta a voltare pagina? Forse. Ma secondo gli analisti di Barclays, a dispetto della fiammata del Nasdaq, l’azionario da buy non è Wall Street, e fanno notare anche una rarità.

Ovvero?

La rarità è che, a parte la parentesi rialzista YTD, le azioni Usa hanno fatto peggio nel corso degli ultimi tre mesi rispetto al resto dell’equity globale.

Basta dare un’occhiata al Russell 3000 che, dal 24 ottobre scorso, è salito del 6,3%, a fronte del +4,62% dello S&P 500.

Tutto ok, se non fosse che l’indice MSCI World ex US – ovvero l’indice che rappresenta l’azionario globale Wall Street esclusa – è volato di oltre il +22%, e il listino europeo Stoxx 600 è schizzato nello stesso arco temporale di oltre il 13%.

Questa discrepanza, secondo gli strategist della divisione dedicata all’azionario europeo di Barclays, dovrebbe continuare nel corso dell’anno.

Tra i motivi della fiducia nell’azionario dell’Europa, le temperature invernali insolitamente alte nel continente e il reopening dell’economia cinese dalla lunga fase di lockdown degli ultimi anni: questi fattori hanno migliorato l’outlook per le azioni made in Europe, anche a fronte di una recessione attesa nell’area che tuttavia, secondo gli economisti, dovrebbe confermarsi lieve.

Negli ultimi due mesi circa, l’azionario e i bond hanno accolto entrambi con favore l’arrivo di segnali di disinflazione e di rallentamento della crescita, che habnno rafforzato la narrativa di tassi (di interesse) vicini al picco – si legge nella nota degli strategist di Barclays – Tuttavia il mantra secondo cui ‘i dati negativi sono una buona notizia per l’azionario’ sembra finito negli Stati Uniti”.

Gli ultimi dati arrivati dal fronte macroeconomico Usa, come quello relativo alle vendite al dettaglio, hanno confermato la view su un rallentamento dell’economia americana, mentre in Asia, in diversi mercati emergenti e anche in Europa le prospettive di una ripresa stanno migliorando in modo considerevole.

Negli Stati Uniti, hanno continuato gli strategist di Barclays, “il rally sta perdendo forza nell’azionario, mentre sta acquistando velocità nel mercato dei bond, situazione che sta iniziando ad assomigliare a quella della classica strategia adottata in tempi di recessione, che vede gli investitori vendere azioni per acquistare bond“.

Ma la recessione non è attesa anche in Europa? Evidentemente è stata già scontata, sottolineano dal colosso bancario UK:

Abbiamo iniziato l’anno con un rating overweight sull’Europa rispetto agli Stati Uniti – ha commentato alla CNBC Emmanuel Cau, responsabile della divisione di strategia sull’azionario europeo – in quanto crediamo che la prima offra un valore superiore, e dunque che ci sia il potenziale di assistere a flussi che vengano riallocati verso l’area, così come crediamo che ci siano rischi positivi sulla crescita al rialzo, almeno nel breve termine”.

Occhio al Nasdaq, comunque, visto che la febbre sui titoli hi-tech sta indubbiamente esplodendo.  Tra l’altro, e non è una cosa di poco conto, il listino hi-tech ha riportato la migliore performance di inizio anno dal 2001.

Dopo l’incubo del 2022, che ha visto i titoli tecnologici andare al tappeto a causa delle vendite scatenate sulle azioni growth, ci si chiede se il 2023 possa confermarsi l’anno della rimonta per l’indice, reduce dal tonfo del 33,1% dello scorso anno.

Va ricordato che, nel 2022, il Nasdaq ha fatto decisamente peggio dello S&P 500, scivolato del 19,4% e del Dow Jones, che ha limitato i ribassi a -8,8%.