Notizie Notizie Italia Nadef, Signorini (Bankitalia) a governo: Non abbassi guardia su spread, ‘rimane doppio rispetto a Spagna’

Nadef, Signorini (Bankitalia) a governo: Non abbassi guardia su spread, ‘rimane doppio rispetto a Spagna’

8 Ottobre 2019 12:46

Giornata piena di audizioni, al Parlamento, sul Nadef del governo giallorosso: a dire la loro sono il vicedirettore di Bankitalia Luigi Federico Signorini e i presidenti di Istat e Corte dei Conti, rispettivamente Gian Carlo Blangiardo e Angelo Buscema, così come anche Giuseppe Pisauro, numero uno dell’Ufficio parlamentare di Bilancio (Upb).

Signorini, in particolare, lancia un messaggio ben preciso al governo Conte bis: non esultate troppo per il calo dello spread Italia-Germania. Piuttosto, e questo è l’auspicio anche di Buscema, sfruttate il basso livello dei tassi di interesse per far scendere il debito italiano.

I progressi che lo spread ha fatto non vengono certo negati. Tutt’altro: nella sua audizione alle Commissioni bilancio riunite di Camera e Senato, Signorini ripercorre la dinamica ribassista dello spread e dei tassi sui BTP:

“Le condizioni monetarie e finanziarie si sono fatte più espansive. Vi hanno contribuito le nuove misure di accomodamento monetario adottate dal Consiglio Direttivo della BCE” (leggi, le aspettative per l’arrivo di un nuovo bazooka monetario, poi effettivamente annunciato da Mario Draghi, presidente della banca centrale europea, lo scorso 12 settembre).

Signorini ha anche fatto riferimento all’impatto positivo sullo spread della nascita del nuovo governo giallorosso, pur non citandolo.

“In Italia è stata decisiva la riduzione dei premi per il rischio sovrano. La differenza tra il rendimento dei titoli governativi italiani e tedeschi a dieci anni si è dimezzata. Il rendimento dei titoli italiani ha raggiunto un minimo storico (attorno allo 0,8 per cento sulla scadenza decennale, circa 2 punti percentuali in meno rispetto all’inizio dell’anno)”.

E a scendere non sono stati solo i livelli di tassi e spread. “Sono scesi significativamente anche il costo della raccolta bancaria all’ingrosso e della raccolta obbligazionaria delle imprese; tra maggio e agosto, il costo dei nuovi prestiti bancari al settore privato si è lievemente ridotto.

Tornando al rischio Italia, il vicedirettor**************e di Bankitalia ha ricordato che “lo spread sovrano dell’Italia, che era pari a 270 punti base all’inizio dell’anno e aveva toccato alla fine di maggio i 290, si è riportato intorno a 140 punti, un livello inferiore a quello del principio del 2018. La componente dello spread attribuibile al rischio di ridenominazione nella prima metà dell’anno oscillava intorno ai 90 punti base; in luglio era già scesa poco sotto i 40 punti, dopo la decisione della Commissione europea di non raccomandare l’avvio di una Procedura per i disavanzi eccessivi nei confronti dell’Italia in seguito alla revisione al ribasso delle stime di disavanzo per il 2019 e all’approvazione di misure aggiuntive operate dal Governo italiano; alla fine di settembre si è portata sotto i 35 punti base. I rendimenti medi delle obbligazioni emesse dalle banche e dalle società finanziarie italiane sono diminuiti rispettivamente di circa 100 e di circa 70 punti”.

Tuttavia, Signorini commenta il Nadef dell’esecutivo, invitando il governo alla cautela. Intanto, in riferimento alla manovra 2020 “espansiva”, così come è tornato a definirla nelle ultime ore il ministro dell’economia Roberto Gualtieri, è bene ricordare che la legge di bilancio avrà effetti espansivi, anche migliori di quanto stimato, se le condizioni dei mercati finanziari resteranno “distese”.

“Il Governo – ha spiegato Signorini – prefigura un’espansione del Pil dello 0,6 per cento nel 2020 e dell’1,0 nel 2021. Al netto delle coperture finanziarie, le misure espansive del Governo accrescerebbero il prodotto rispetto al valore del quadro tendenziale di 0,2 punti percentuali sia nel 2020, sia nel 2021. I moltiplicatori impliciti in questa previsione, tenuto conto della composizione annunciata della manovra e in particolare dell’intenzione di privilegiare la componente degli investimenti, sono prudenti”. “Tuttavia il dispiegarsi di un effetto espansivo della manovra dipende dal mantenimento di condizioni distese sui mercati finanziari”. Inoltre, “per contribuire a raggiungere questo obiettivo è necessario che il quadro complessivo degli interventi e della loro attuazione assicuri, nel breve periodo, il conseguimento effettivo dei saldi previsti; in prospettiva, un andamento sostenibile della finanza pubblica”.

Signorini: spread doppio di Spagna, quadruplo di Francia

Signorini fa notare inoltre che lo spread sovrano dell’Italia resta il doppio di quello spagnolo, il quadruplo di quello francese.  E che, “se vogliamo avvicinarci a questi paesi (e si tenga a mente che la Spagna pagava uno spread maggiore del nostro fino alla metà del 2016), la fiducia non va solo preservata: va rafforzata. Vi devono contribuire tanto le prospettive per i conti pubblici quanto quelle per la crescita dell’economia”.

E’ dunque fondamentale inviare il segnale che l’Italia si sta impegnando seriamente nel percorso di riduzione del debito, anche perchè c’è l’occasione storica di un livello dei tassi particolarmente basso:

“La situazione di questi anni è, storicamente, eccezionale. I tassi nominali sono i più bassi che si ricordino. Questa situazione va sfruttata per mettere il rapporto tra debito e prodotto su un sentiero di durevole discesa”.

Signorini riconosce che il governo Conte bis si sta già muovendo in quella direzione:

“La Nota di aggiornamento del Def prefigura un percorso di graduale riduzione del peso del debito sull’economia”. Il consiglio, tuttavia, è che “per essere credibile questo percorso va fondato su misure di bilancio pienamente specificate e su una quantificazione prudente del loro impatto finanziario. Dalla credibilità della strategia di riduzione del debito nel medio periodo dipende anche l’efficacia delle misure espansive previste per il prossimo anno”. E un consiglio in tal senso è arrivato anche dalla Corte dei Conti, che ha puntato il dito, tra l’altro, sulla necessità di rivedere la spesa pubblica.