Nadef, governo Draghi verso miglioramento stime Pil e conti. Deficit sotto 10%? Da Saxo: ‘motivo in più per spread BTP-Bund giù a 75pb’
Il Ministero dell’economia e delle finanze guidato da Daniele Franco prevede per quest’anno un deficit di bilancio inferiore al 10% del Pil, molto al di sotto del target dell’11,8% stabilito ad aprile: se così fosse, il rapporto debito-Pil scenderebbe al di sotto del 159,8% previsto sempre nel mese di aprile.
E’ l’indiscrezione che Reuters riporta in esclusiva in un articolo pubblicato oggi, spiegando come il miglioramento dell’outlook sarebbe dovuto alla ripresa del Pil italiano dalla crisi pandemica più veloce delle attese.
Reuters ricorda che, nelle ultime previsioni diramate nel mese di aprile, il Tesoro ha reso noto di stimare una crescita del Pil pari a +4,5%, per quest’anno, a seguito della contrazione record, pari a -8,9%, del 2020, provocata dagli effetti disastrosi della pandemia Covid-19.
Tuttavia, gli ultimi dati – fa notare l’articolo di Reuters – si sono confermati migliori delle attese e lo stesso ministro Daniele Franco, nella cornice di Villa d’Este, in occasione della 47esima edizione del Forum Ambrosetti di Cernobbio, ha affermato che un’espansione del prodotto interno lordo dell’Italia pari a +5,8% appare ora possibile, con un impatto positivo sui conti pubblici.
NaDef, deficit-Pil sotto 10? Saxo Bank: ragione in più per spread a 75pb
Interpellata da Reuters, una fonte ha sottolineato che una crescita del Pil vicina al 6% migliorerebbe il rapporto tra il deficit e il Pil di quasi un punto percentuale attraverso il maggior gettito fiscale. Con la possibilità che le previsioni sul rapporto deficit-Pil di quest’anno scendano, per l’appunto, sotto il 10%.
“Un motivo in più per prevedere uno spread BTP-Bund in calo fino a 75 punti base“, ha commentato su Twitter Althea Spinozzi, strategist della divisione di reddito fisso di Saxo Bank.
Oggi lo spread BTP-Bund segna una variazione al rialzo attestandosi a 108,90 punti base, a fronte di un tasso sui BTP decennali allo 0,758%.
Tornando al tema caldo del deficit italiano, la fonte sentita da Reuters ha precisato che la ripresa economica non è l’unico fattore che sta aiutando l’Italia a ridurre il deficit. Un altro sostegno arriva infatti dal costo delle misure di stimolo approvate dal governo Draghi all’inizio dell’anno, che si stanno dimostrando meno costose rispetto a quanto anticipato, a causa degli aiuti inferiori alle attese a cui hanno attinto sia le famiglie che le imprese.
C’è tuttavia un rischio, presentato da una fonte del governo sentita sempre dall’agenzia di stampa: alcuni partiti della coalizione di governo potrebbero fare pressione sul presidente del Consiglio Mario Draghi affinché destini le risorse che non sono state ancora utilizzate al finanziamento di nuove misure di stimolo da lanciare entro la fine di quest’anno; se ciò accadesse, l’esecutivo Draghi potrebbe a quel punto fissare un target sul deficit superiore al 10%. Da segnalare che nel 2020 il deficit-Pil dell’Italia si è attestato al 9,5%, al record dagli inizi degli anni ’90.
NaDef, Franco: deficit e debito ‘un po’ migliori di outlook aprile’
Nel Forum Anbrosetti, il ministro dell’economia Daniele Franco ha detto chiaramente che il Pil del 2021 potrebbe riportare una crescita superiore al +5,8% calcolato dall’Ufficio parlamentare di bilancio, e che dunque il deficit e il debito potrebbero rivelarsi “po’ migliori delle previsioni” di aprile, che per quest’anno fissavano i due parametri all’11,8% e al 159,8% del Pil. Franco ha invitato il paese anche a “instradare l’economia su un sentiero di crescita strutturalmente più ampio del passato”.
Il Tesoro snocciolerà le nuove stime sulla crescita del Pil, sul deficit-Pile e sul debito-Pil entro il prossimo 27 settemnbre con la pubblicazione del NaDef, documento su cui baserà la legge di bilancio per il 2022.
Come emerso dall’analisi della European House Ambrosetti, che ha diramato giorni fa l’Ambrosetti Club Economic Indicator, diverse sono le istituzioni che hanno rivisto al rialzo le stime sulla crescita del Pil italiano.
Nel rapporto “Italia sugli scudi, dallo Sport all’Economia. Un’estate da record”, è stato messo in evidenza che “il PIL (italiano) è cresciuto del 2,7% nell’ultimo trimestre, proiettando al rialzo le aspettative di chiusura dell’anno. A inizio 2021 il Fondo Monetario Internazionale stimava una crescita 2021 per l’Italia del 4,2%; a luglio la stima è diventata 4,9%. La stima Istat è passata da 4% a 4,7%; quella di The European House-Ambrosetti da 4% a 4,9%; quella della Commissione europea è passata da 3,4% a 5%; quella della Banca d’Italia da 3,5% a 5,1%”.
E due giorni fa anche l’Ocse ha sfoderato un upgrade delle stime sul Pil, pur indicando che, per il ritorno del Pil ai livelli pre Covid, bisognerà attendere la prima metà del 2022.
Proprio nel corso della presentazione del rapporto Ocse sull’Italia, il ministro Franco ha ribadito che “quest’anno ci aspettiamo un rapporto debito-pil più basso di quello indicato nel programma di stabilità”, e ha aggiunto di ritenere che il debito “scenderà nel prossimo anno per convergere alla fine del decennio al livello precovid”.
Il ministro ha anche detto che “stiamo rivedendo le nostre previsioni e le stime nella nota di aggiornamento del Def che sarà pubblicata a fine mese”, specificando che l’outlook dell’Ocse, pari a +5,9% per quest’anno, “è ben al di sopra delle stime del Def del 5,4%” ma “pienamente in linea con le più aggiornate previsioni”
Il governo, ha continuato il titolare del Tesoro, punta a “una crescita post-covid più alta di quella precedente la crisi legata alla pandemia. Dobbiamo superare la lunga stagnazione e questo è il nostro obiettivo principale“. Ovvero, che il balzo del Pil italiano non finisca per confermarsi una parentesi, provocata tra l’altro soprattutto dal base effect.