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Mutui residenziali, prudenti le aziende di credito europee

15 Giugno 2012 15:08

CRIF ed Efma hanno presentato a Parigi i risultati di un nuovo studio congiunto sul mercato europeo del credito alle famiglie e sugli impatti stimati derivanti dall’adozione della proposta da parte della Commissione Europea di direttiva sul credito relativa agli immobili residenziali.
Nel complesso, la ricerca evidenzia una significativa fragilità del mercato dei mutui residenziali, sia dal punto di vista dell’offerta che della domanda, dovuta a una situazione macroeconomica ancora sfavorevole e a una sostanziale erosione dei margini sui prodotti.
In termini di trend di mercato osservati nel 2011, il 51% degli intervistati ha dichiarato un calo nella domanda di prestiti e dei volumi equivalente a quello del 2010.
Lo scenario del mercato dei mutui è visto dagli operatori di settore come particolarmente in difficoltà, con i requisiti di Basilea 3, la carenza di liquidità e l’incertezza circa il superamento della congiuntura economica negativa che contribuiscono a incrementarne la debolezza. In particolare, secondo il 54% dei partecipanti la crisi di liquidità sarà uno dei fattori chiave che avrà un impatto negativo sulle nuove erogazioni di credito anche nel prossimo futuro, mentre il 46% ha dichiarato che i requisiti di capitale influenzeranno negativamente l’offerta di mutui.
Di conseguenza, le aspettative per il 2012 non sono incoraggianti: solo il 18% degli operatori, infatti, ritiene che nell’anno in corso si registrerà un incremento nel volume di finanziamenti rispetto al 2011, mentre il 41% si aspetta un calo (nonostante solo il 22% delle istituzioni finanziarie e intermediari creditizi specializzati prevedano una riduzione, a fronte invece di una quota del 47% delle banche generaliste, come evidenziato nel grafico seguente).
Relativamente alle previsioni su come potrebbe evolvere il mercato dei mutui sulla scia dell’adozione della direttiva, se fosse confermato l’attuale testo proposto – che introduce misure per un efficiente e unico mercato competitivo e promuove la stabilità finanziaria – i manager intervistati ritengono che gli impatti saranno sicuramente numerosi e significativi.
Per la maggioranza dei rispondenti (61%) uno sviluppo di canali alternativi di erogazione sarà improbabile così come cambiamenti nella relazione tra enti erogatori e compagnie di assicurazione (46%), mentre una quota del 50% prevede un miglioramento nella consapevolezza dei consumatori rispetto al loro livello di indebitamento e nella capacità di confrontare differenti offerte di credito, oltre a una crescita della fiducia verso gli enti creditori.