Cripto miliardari: tutto sul misterioso Mr Tether, il 4° maggiore paperone italiano
In dieci anni i miliardari in giro per il mondo è salito del 50% e la loro ricchezza è lievitata a tre cifre. Sono i primi due riscontri che balzano agli occhi dall’Ubs Billionaire Ambitions Report 2024. Anche in Italia il numero dei miliardari è cresciuto, con sei new entry, tra cui due crypto miliardari che sono subito balzati a ridosso delle posizioni di vetta davanti ad alcuni mostri sacri del capitalismo tricolore.
Sempre più miliardari: India in grande ascesa dietro Usa e Cina
Nel periodo dal 2015 al 2024, la ricchezza dei miliardari è più che raddoppiata (+121%), raggiungendo i 14 trilioni di dollari. Ricchezza salita a ritmo quasi doppio rispetto all’indice azionario MSCI AC World, apprezzatosi nello stesso periodo “solo” del 73%. Il numero dei miliardari è passato da 1.757 a 2.682 (+50%) con un boom soprattutto nel settore tecnologico, il consolidamento delle fortune dei magnati cinesi (passati da 339 a 501), di quelli statunitensi e di nuovi ricchi da realtà emergenti come l’India. Oggi, infatti, i miliardari indiani sono al terzo posto a livello mondiale in termini di ricchezza totale, dietro solo a Stati Uniti e Cina.
La maggior parte dei miliardari risiede negli Usa (43%), seguita dall’Europa (21%) e dal Sud-est asiatico , che include l’India (15%).
L’Europa non riesce a tenere il passo a livello di tassi di crescita. Dal 2015 al 2020, la ricchezza dei miliardari europei è aumentata del 43,6%, da 1,5 trilioni di dollari a 2,1 trilioni, per poi rallentare a +29% nel periodo dal 2020 al 2024, toccando i 2,7 trilioni sotto la spinta soprattutto di settori quali software, messaggistica e streaming musicale.
In Italia otto nuovi miliardari, Ferrero 1° davanti a Pignataro
Arriviamo all’Italia, il cui numero di miliardari è aumentato del 10,7% (da 56 a 62), portando la loro ricchezza totale a oltre 199 miliardi di dollari.
Nel dettaglio l’ultima decade ha visto spuntare fuori 8 nuovi miliardari, mentre 2 sono usciti di classifica. Il primo posto di paperone numero uno è di Giovanni Ferrero con un patrimonio netto di 43,8 miliardi di dollari stando alla classifica di Forbes. Dietro a Mr Nutella c’è un nome nuovo del gotha finanziario italiano, ossia Andrea Pignataro, a capo della conglomerata britannica Ion e che negli anni ha messo a segno innumerevoli acquisizioni tra cui Cerved e Prelios.
I cripto re avanzano: l’ascesa di Giancarlo Devasini
Completa il podio Giorgio Armani. Subito fuori dal podio c’è Giancarlo Devasini, sconosciuto ai più, che ha fatto le sue fortune fondando Tether, la maggiore stablecoin al mondo. Devasini, con una ricchezza stimata di 9,2 miliardi di dollari, precede nomi illustri del capitalismo nostrano quali Piero Ferrari, Patrizio Bertelli e Miuccia Prada, i figli di Leonardo Del Vecchio.
Altro cripto miliardario che ha scalato le classifiche è Paolo Ardoino, ceo di Tether, 26° con 3,9 miliardi di ricchezza stimata.
Ex chirurgo plastico, Devasini ha letteralmente svoltato con le cripto. Prima la piattaforma di scambio Bitfinex e poi co-fondando Tether che nei soli primi 9 mesi del 2024 ha registrato profitti monstre da 7,7 miliardi di dollari e un patrimonio totale del gruppo su base consolidata di 134,4 miliardi di dollari. Spiccano i 102,5 miliardi di dollari detenuti di Treasury statunitensi, risultando tra i primi 20 detentori al mondo di titoli di stato Usa davanti a Germania, Australia ed Emirati Arabi Uniti.
Il passato controverso del capo di Tether
Devasini non rilascia interviste e si hanno pochissime notizie sul suo conto. Bolognese, laureato in Medicina presso l’Università di Milano nel 1990, da una breve biografia presente su Bitfinex emerge che dopo la laurea andò in Estremo Oriente alla ricerca di opportunità imprenditoriali nel settore dell’hardware per computer; nel 1992 tornò a Milano e fondò Point-G Srl per iniziare a importare componenti per computer dalla Cina, Hong Kong e Taiwan per la distribuzione in tutta Europa. Nel corso degli anni, Devasini iniziò a identificare altre opportunità di nicchia nel settore, che lo portarono a fondare nel 1997 Solo SpA, gruppo cresciuto fino a oltre 100 dipendenti e 113 milioni di euro di fatturato all’anno. Poco prima che la crisi finanziaria colpisse nel 2008, Giancarlo ha venduto Solo (altre fonti parlano di messa in liquidazione della società nel giugno 2008, ndr)
Devasini scoprì accidentalmente il bitcoin all’inizio del 2012. Il Financial Times ha raccontato che iniziò con affari molto piccoli: offriva dvd e cd a 0,01 bitcoin (pari all’epoca a circa 11 centesimi di dollaro) su un forum di criptovalute. Alla fine di quell’anno conobbe Raphael Nicolle, che aveva appena creato l’exchange Bitfinex. Divenne socio di Bitfinex e fu determinante nello stabilire relazioni bancarie, nell’attrarre personale chiave e nel ridomiciliare l’exchange.
Negli anni Devasini e la sua Tether hanno ricevuto diversi attacchi. Nel 2021 il Financial Times più volte ha preso di mira Tether, i trascorsi del ceo di allora, Jean-Louis Van der Velde e lo stesso Devasini per i suoi trascorsi da chirurgo plastico e menzionando come sue abilità il saper fare un buon risotto.
Le accusa verso Tether sono state tante. Il procuratore generale di New York, Letitia James, sempre nel 2021 ha riferito che Tether aveva mentito sulle sue riserve e ha definito Devasini e colleghi “individui senza licenza e non regolamentati (…) che si muovono negli angoli più oscuri del sistema finanziario”. L’azienda risposte ai tempi che si trattava di valutazioni non sono contenute nell’accordo extra-giudiziale da 18,5 milioni di dollari raggiunto con la procura di New York. Esponenti della Fed hanno definito in passato Tether “una possibile minaccia per la stabilità finanziaria”.
Chi in passato ha tessuto le lodi di Devasini è stato Sam Bankman-Fried, ceo di FTX, exchange di criptovalute andato in bancarotta nel 2022. Prima del crack di Ftx, Bankman-Fried riferì che Devasini era disponibile 24 ore su 24 su ogni questione e ha “un sacco di orgoglio” per ciò che ha costruito a Bitfinex e Tether. “È davvero grato alle persone che lo hanno sostenuto. E di sicuro è molto infastidito dalle persone che, diciamo… buttano merda sui suoi affari senza che ci sia una vera ragione”.
In ultimo, il mese scorso il Wall Street Journal ha riferito che le autorità statunitensi stanno esaminando Tether alla ricerca di potenziali violazioni delle leggi e delle sanzioni antiriciclaggio con indagini in corso sul possibile utilizzo della stablecoin Tether per finanziare attività illegali o per riciclare il denaro generato da tali attività. Tether ha intensificato i suoi sforzi per monitorare l’utilizzo della sua stablecoin e i dirigenti dell’azienda sottolineano la trasparenza dei registri blockchain, che traccia le transazioni tether, rendendo la stablecoin inadatta all’uso illecito.