Banco Bpm-Unicredit, cosa cambia dopo la mossa dell’Agricole. Le reazioni dei titoli in Borsa
L’Ops di Unicredit su Banco Bpm ha nella sostanza innescato una triangolazione Milano-Roma-Parigi dagli esiti tutti da decifrare. Di certo, la salita nel capitale di Agricole in Banco Bpm ha riacceso le scommesse in Piazza Affari sul risiko bancario.
Banco Bpm è scattato in avanti (+1,4%), mentre Unicredit cede l’1,55%, andando di fatto ad aumentare la convinzione del mercato che Unicredit dovrà rivedere al rialzo, e non di poco, la propria offerta su Piazza Meda.
I francesi non stanno a guardare
Ultima a muovere è stata Crédit Agricole che, sullo stile di quanto fatto da Unicredit con Commerz, ha costruito una posizione ulteriore in Banco Bpm, portandosi virtualmente al 15,1% del capitale rispetto al 9,2% che già detiene. Allo stesso tempo ha chiesto l’autorizzazione ai regolatori di rafforzarsi fino al 19,9% del capitale.
Crédit Agricole ha chiarito che non intende lanciare un’offerta pubblica di acquisto sulle azioni di Banco Bpm. L’operazione è “coerente con la strategia di investitore e partner di lungo periodo del Banco Bpm: rafforza le solide partnership industriali nel consumer finance e nelle assicurazioni danni, protezione della persona e protezione dei creditori”, ha spiegato l’Agricole che sottolinea le “qualità intrinseche del Banco Bpm, ossia un solido business franchise con prospettive finanziarie positive”.
Contro Opa da parte dei francesi che già nelle scorse settimane era apparsa un’opzione molto remota per ragioni di natura politica che la rendono difficilmente realizzabile.
I tanti interessi di Agricole in Italia
Una mossa non così a sorpresa in quanto i francesi vanno a proteggerei i propri interessi in Italia e mirano ad aumentare il loro potere negoziale in vista dell’incontro in programma con Unicredit. Il ceo di Credit Agricole Philippe Brassac dovrà incontrare nelle prossime settimane, probabilmente il 20 dicembre, il ceo di Unicredit, Andrea Orcel.
Agricole ha rapporti sia con Banco Bpm che con Unicredit. Con la prima, oltra ad essere il primo azionista, è partner importante nelle joint venture di credito al consumo (Agos Ducato) e nelle assicurazioni non vita; con piazza Gae Aulenti è invece partner nella gestione patrimoniale attraverso la sua controllata Amundi (accordo in scadenza nel 2027).
Cosa chiederà Agricole a Orcel in cambio del via libera alla scalata a Banco Bpm? Chiaramente il contratto di distribuzione di Amundi e la vendita della partecipazioni di minoranza in Agos Ducato faranno parte delle trattative. Non è da escludere che più avanti i francesi decidano anche di accordarsi per rilevare gli sportelli in eccesso in caso di aggregazione Unicredit-Bpm.
“Unicredit e Crédit Agricole potrebbero individuare un punto di incontro su Banco Bpm ad esempio nella gestione delle filiali in eccesso derivanti da un’eventuale aggregazione o nel rinnovo e mantenimento dei contratti distributivi”, commentano stamattina gli analisti di Equita.
Unicredit non si scompone: mossa Agricole “non cambia nulla”
L’operazione dei francesi su Piazza Meda non scompone Unicredit, pronta a sedersi al tavolo delle trattative con Agricole. La notizia sull’aumento della partecipazione di Credit Agricole in Bpm “non cambia nulla per UniCredit”, ha detto sabato un portavoce di UniCredit sul social network LinkedIn. “Siamo sempre stati pronti a negoziare con Credit Agricole, poiché ciò sarebbe stato necessario indipendentemente dall’entità della loro partecipazione”, ha aggiunto.
Da quello che filtra da ambienti vicini a Unicredit, l’Agricole probabilmente aveva già iniziato a ragionare su Bpm prima che la banca di Andrea Orcel annunciasse l’Ops. L’attivismo di Giuseppe Castagna, prima con l’Opa su Anima e poi con l’acquisto del 5% di Mps d’intesa con il governo, aveva già iniziato a preallertare i francesi e stando a quanto riporta Il Corriere, da Unicredit pensano che la banca parigina aveva iniziato a costruire una nuova posizione su Bpm già da tempo e questo spiega la velocità con cui Orcel si è mosso con l’Ops, proprio per anticipare i francesi.
Da Roma l’appoggio interessato a Parigi
Sempre sabato è emerso, stando a fonti riportate dall’agenzia Reuters, che Credit Agricole avrebbe ottenuto un sostegno informale dal governo Meloni prima di annunciare la sua maggiore partecipazione in Banco Bpm. Roma a caldo aveva subito espresso un certo disappunto per l’assalto di Unicredit a Banco Bpm, che va ad intralciare la creazione del terzo polo bancario (il ministro Giorgetti ha anche minacciato l’uso del golden power), quindi la mossa dei francesi potrebbe essere vista come positiva nella misura in cui ostacola i piani di Unicredit.