Notizie Notizie Italia Mps vuole Mediobanca: arriva offerta di scambio totalitaria su Piazzetta Cuccia. La reazione dei titoli

Mps vuole Mediobanca: arriva offerta di scambio totalitaria su Piazzetta Cuccia. La reazione dei titoli

Pubblicato 24 Gennaio 2025 Aggiornato 2 Febbraio 2025 01:42

Nuovo capitolo nel risiko bancario italiano, con Banca monte dei Paschi di Siena (Mps) che vuole mettere le mani su Mediobanca. Dopo le prime anticipazioni di Bloomberg News, è arrivata la nota ufficiale della banca senese che annuncia il lancio di un’offerta pubblica di scambio volontaria totalitaria su Mediobanca per un corrispettivo di 13,3 miliardi di euro, interamente in azioni.

L’operazione prevede un rapporto di concambio che è stato fissato a 2,300 azioni di nuova emissione di Mps per ogni azione esistente di Mediobanca, che comporta un prezzo implicito di Offerta pari a 15,992 euro per azione, e un premio pari al 5,03% rispetto ai prezzi ufficiali del 23 gennaio 2025.

L’offerta, sottolinea Mps, “ha l’obiettivo di creare un nuovo campione nazionale nel settore bancario italiano, che si posiziona al terzo posto nei segmenti di business chiave, attraverso la combinazione industriale di due dei principali player del settore MPS nel Retail / Commercial Banking e Mediobanca nel Wealth Management, Corporate & Investment Banking e Credito al consumo)”.

Sulle tempistiche da Siena fanno sapere che l’esecuzione dell’Offerta Pubblica di Scambio dovrebbe essere completata entro il terzo trimestre del 2025.

Un annuncio ufficiale che arriva dopo le prime indiscrezioni circolate nella notte da Bloomberg News che anticipavano il lancio di questa operazione che dà così il via alla costruzione del terzo polo bancario, con Mps che ‘da preda diventare predatore’.

Intanto  a Piazza Affari il titolo Mediobanca sale del 3% a quota 15,76 euro, mentre Mps, che nelle prime battute non è riuscita a fare prezzo, ora cede quasi l’8% a 6,44 euro.

Ceo Lovaglio: “crea valore da subito sia per gli azionisti di Mps che di Mediobanca”

“Con questa operazione di natura industriale vogliamo segnare un nuovo approccio nel percorso di consolidamento del settore bancario che in maniera innovativa crea valore da subito sia per gli azionisti di Mps che di Mediobanca, e ritengo anche per l’intero sistema Paese. Puntiamo a un nuovo campione nazionale, con due brand di eccellenza, che vogliamo proteggere e ancor più valorizzare. Un nuovo e moderno gruppo bancario altamente competitivo, leader in business specialistici chiave e con una forte solidità patrimoniale, che si pone l’obiettivo di svolgere in modo sempre più virtuoso il ruolo di sostegno a famiglie, imprese e comunità locali”, ha dichiarato Luigi Lovaglio, amministratore Delegato di Banca Monte dei Paschi di Siena, che terrà una conference call a partire dalle 9.

I dettagli dell’operazione

La transazione, sempre secondo la nota, permetterà di beneficiare del valore della trasformazione delle imposte anticipate di Mps (Dta) in crediti d’imposta, facendo leva su una base imponibile consolidata più elevata. Il nuovo gruppo sarà, infatti, in grado di accelerare l’utilizzo di 2,9 miliardi di DTA nei prossimi sei anni. Inoltre, il nuovo gruppo beneficerà di sinergie ante imposte a regime per circa 700 milioni all’anno, di cui circa 300 milioni rappresentate da sinergie di ricavo, circa 300 milioni da sinergie di costo e circa 100 milioni di euro da sinergie di funding. Nell’ambito dell’operazione, il gruppo prevede costi di integrazione pari a circa 600 milioni al lordo delle imposte, da sostenere nel primo anno di attività.

L’azionariato di Mps e Mediobanca

L’attenzione e lo sguardo si allargano naturalmente sull’assetto generale che l’operazione andrà a creare nel mondo finanziario. In particolare, si guarda all’azionariato di Mps e a quello di Mediobanca. Le ultime mosse su Mps sono state quelle di Delfin, holding della famiglia Del Vecchio, che si è portata al 9,78% del capitale di Mps dal 3,5% rilevato durante il collocamento a fine 2024 da parte del Tesoro del 15% della banca guidata da Lovaglio. Con la mossa di Delfin è stato rafforzato il nocciolo duro di soci italiani in Mps. Il più attivo era stato Francesco Gaetano Caltagirone, che dopo aver preso il 3,5% in sede di collocamento si era successivamente portato poco sopra la soglia del 5% a fine novembre.

Osservando poi l’azionariato dell’istituto senese, il primo azionista resta il Mef con una quota pari all’11,731%, c’è poi Delfin con il 9,78%, Banco Bpm con il 5% e Francesco Caltagirone (5,026%),e 4% nella mani di Anima.

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Tra i principali azionisti di Mediobanca c’è la coppia Caltagirone-Delfin. Quest’ultima ha in mano il 19,81% seguita da Caltagirone che ha il 7,76%, mentre il patto di consultazione è pari all’11,40%.

Bisogna poi ricordare anche la composizione dell’azionariato di Generali che proprio in settimana ha annunciato l’accordo con Natixis nel mondo del risparmio gestito. Tra i maggiori azionisti, come indicato sul sito del Leone di Trieste, spicca proprio il gruppo Mediobanca (13,10%), seguito dal 9,93% del gruppo Del Vecchio e dal 6,92% del gruppo Caltagirone.