Mps: senza Unicredit previsto aumento capitale da 2,5 mld, ma con incertezze
Per il suo futuro Mps vede la soluzione Unicredit come quella più fattibile. Ma nel caso in cui non si realizzasse nel breve/medio termine, il piano prevede il rafforzamento patrimoniale di 2,5 miliardi di euro che con molta probabilità potrebbe slittare dal terzo trimestre 2021 al primo semestre 2022. Lo ha fatto sapere la stessa Mps in occasione dei conti intermedi, diffusi oggi.
Lo scorso 29 luglio Unicredit ha annunciato di aver concordato con il MEF i presupposti per una potenziale operazione avente ad oggetto il trasferimento di un perimetro selezionato di Mps a UniCredit. “UniCredit e MEF avvieranno interlocuzioni in esclusiva per verificare la fattibilità dell’operazione – ha fatto sapere l’istituto senese in occasione dei conti – A tal fine, Banca Monte dei Paschi di Siena ed UniCredit hanno sottoscritto un accordo di riservatezza necessario all’avvio dello scambio di informazioni tramite una dataroom, cui UniCredit ha accesso da martedì 3 agosto”.
“Qualora la soluzione strutturale (vale a dire quella di Unicredit, ndr) non dovesse rivelarsi percorribile in un orizzonte di breve/medio termine – precisa Mps – si ritiene che l’operazione di rafforzamento patrimoniale, inizialmente ipotizzata per il terzo trimestre 2021, possa essere temporalmente collocata nel primo semestre 2022”. Tuttavia, l’aumento di capitale potrebbe sollevare dubbi in capo alla Bce sugli aiuti di Stato e per questo questa valutazione “pone incertezze rilevanti sul percorso di rafforzamento patrimoniale della Capogruppo e sulla realizzabilità di un aumento di capitale a condizioni di mercato”.