Mps: ritorno in Borsa non scalda gli analisti, per Equita è prezzo giusto è 4,3 euro
Tra poche settimane dovrebbe concretizzarsi il ritorno in Borsa di Mps. Le azioni di Banca Mps sono sospese dal 23 dicembre scorso dopo il fallimento dell’operazione di ricapitalizzazione. L’istituto guidato da Marco Morelli ora punta al ritorno in Borsa a inizio ottobre se arriverà il via libera della Consob al documento di registrazione, atteso per fine mese. Oltre alla quotazione la banca senese ha in agenda anche l’offerta di scambio della seconda tranche di azioni e titoli senior per i detentori di bond subordinati Mps, che potrebbe terminare nella terza settimana di ottobre. Solo dopo ci sarà l’assemblea chiamata per modificare lo statuto. L’assemblea non è stata ancora convocata ma sarebbe prevista per metà novembre.
Ma quanto vale oggi Mps? Gli analisti di Equita ritengono che il prezzo giusto di Mps sia 4,3 euro per azione rispetto ai circa 15 euro dell’ultimo giorno di quotazione il 23 dicembre 2016. “Vediamo limitato upside rispetto alle nostre stime e ai prezzi OTC – sottolinea la sim milanese che ha ripreso oggi la copertura con rating hold.
Le stime 2019 di Equita scontano un utile reported di 410 milioni, ben sotto i 570 milioni indicati da Mps che incorporano un contributo più elevato da DTA. Al netto di questo elemento, la stima per l’utile adjusted 2019 si attesta a 300 mln, in linea con quanto indicato da Rocca Salimbeni.
Anche se Mps ha per gran parte completato la normalizzazione della raccolta (+9 mld di raccolta da inizio anno rispetto agli 11 mld di obiettivo del piano e 18 mld di deflussi nel 2016), Equita rimarca come i risparmi attesi dal costo del funding (428 mln) saranno assorbiti dall’attesa migrazione degli unlikely to pay (+9 mld) a NPL. “A meno di ipotizzare significativa riduzione nel tasso di migrazione, a livelli 50% sotto la media di sistema (ie 16%), non vediamo upside sul margine di interesse”, aggiunge Equita che non vede nelle commissioni un potenziale driver di accelerazione rispetto alle stime del piano (2% CAGR) perché il focus commerciale dovrebbe concentrarsi sulla raccolta diretta e non sulla trasformazione in AUM degli stock, come nel caso delle altre banche.
Al momento non c’è visibilità su M&A con una big bancaria
La sim milanese ritiene che uno degli asset di maggior valore è lo stock di DTA (imposte anticipate) per 3,2 miliardi di euro, attualmente non computate nel Cet1 e che verrà rilasciato secondo Equita nel 2032). “Il riconoscimento up-front di questi asset che rappresentano il 44% della valutazione è legato a operazioni di M&A con player più grandi e/o profittevoli, su cui al momento non esiste visibilità”, argomenta Equita che valuta il business bancario 2,4 euro per azione e le DTA 1,9 euro per azione.