MPS finisce nella centrifuga Covid, uscita del Tesoro non è più una priorità. Intanto sindaco di Siena…
Il prossimo 18 maggio per Mps sarà la fine dell’era Morelli, CEO della banca senese dal 2016, che passerà il testimone all’ex AD di Banca Carige, Guido Bastianini. Il manager è stato scelto dal Tesoro – che controlla Mps al 68% – per guidare la banca in una fase che si prospetta a dir poco sfidante. I nuovi vertici dell’istituto di Rocca Salimbeni difatti si troveranno dinanzi uno scenario aperto in cui si allunga l’uscita del Tesoro fissata al momento nel 2021. Come scrive Il Sole 24 Ore, l’emergenza Covid-19 mette in stad-by l’uscita dello Stato dal capitale della banca.
La situazione MPS prima della pandemia
Dove ci eravamo lasciati? L’ultima puntata del negoziato fra Roma e Bruxelles si era concentrata sulle possibili modalità di cessione del pacchetto da circa 10 miliardi di crediti deteriorati ad Amco, società del Tesoro dedicata alla gestione degli Npl.
La risposta definitiva dell’Antitrust europeo attesa per la metà di febbraio dopo una serie di proroghe informali, ancora non è arrivata. L’operazione Npl era la condizione indispensabile per provare a rendere appetibile la Banca agli occhi di possibili acquirenti. Ma al di là di rumors che di volta in volta hanno visto Ubi o Banco Bpm come possibili interessate all’acquisto, di reali manifestazioni d’interesse per MPS non s’è vista traccia. Inoltre, a causa dell’emergenza Covid-19, le regole sugli aiuti di Stato sono state mitigate e alleggerite dalle autorità dell’UE e ciò potrebbe consentire al Monte di ergersi a banca pubblica per gli investimenti, un’idea emersa in occasione del salvataggio di Banca Popolare di Bari.
Oltre a questa idea di fare di Banca MPS una banca pubblica per gli investimenti, gli esperti di Mediobanca Securities sottolineano come “non ci sorprende lo stallo della situazione, in quanto le modalità e i mezzi per l’uscita dello Stato dal capitale di MPS non possono essere una priorità né per il Governo italiano né per l’UE”.
Intanto a Siena…
Infine, si sottolinea che il Sindaco di Siena, Luigi De Mossi, chiederà alla Fondazione Mps di intraprendere quanto prima un’azione risarcitoria nei confronti della Banca Mps per gli aumenti di capitale 2008/2011 di circa 3,8 miliardi di euro. Il sindaco ha inviato una lettera a tal proposito alla Fondazione, che vale come richiesta di messa in mora e successiva azione giudiziaria contro tutti i soggetti responsabili e interruzione della prescrizione nei confronti di tutta la deputazione di gestione, del suo Presidente e in generale della Fondazione Mps in merito all’eventuale omessa richiesta di risarcimento dei danni per gli aumenti di capitale sopra indicati.