Mps emette bond Tier 2 a tassi proibitivi, per Stato si profila nuovo sacrificio con AdC. Intanto la Siena di Spagna trova un acquirente
Banca Mps va avanti, senza perdere tempo, e posiziona un importante tassello. La banca senese ha infatti collocato un bond subordinato da 300 milioni di euro, dopo aver incassato la “final decision” del provvedimento autorizzativo da parte della Banca Centrale Europea (Bce), in merito all’operazione di scissione parziale non proporzionale con opzione asimmetrica di un compendio costituito, tra l’altro, da crediti deteriorati da parte di Mps in favore di Amco. Si tratta di una emissione che soddisfa una delle condizioni poste dalla Bce nell’autorizzazione dell’operazione. A Piazza Affari, dopo una fiammata rialzista iniziale, il titolo Mps mostra una crescita di quasi l’1,5% a 1,439 euro.
I termini del collocamento
Mps ha collocato un’emissione obbligazionaria di tipo Subordinato Tier 2 a tasso fisso, con scadenza 10 anni (rimborsabile anticipatamente dopo 5 anni dall’emissione, ad opzione dell’emittente, previa approvazione del regolatore), destinata ad investitori istituzionali, per un ammontare pari a 300 milioni di euro e con un rendimento annuale dell’8,5%. L’emissione, ribadisce la banca nella nota, è funzionale all’operazione di scissione parziale non proporzionale con opzione asimmetrica di un compendio costituito, tra l’altro, da crediti deteriorati da parte di Mps in favore di Amco.
Nel dettaglio, Mps ha fatto sapere che l’emissione ha ottenuto “un ottimo riscontro da parte del mercato, con ordini finali superiori a 1 miliardo di euro da parte di oltre 120 investitori”. La forte domanda ha consentito di incrementare l’ammontare emesso, rispetto ai 250 milioni inizialmente annunciati (importo minimo da emettere entro il 31/12/2020); ridurre il rendimento offerto, rispetto alla guidance iniziale, indicata in area 9%. L’obbligazione, emessa a valere sul programma Debt Issuance Programme di Mps, con rating atteso di Caa1 (Moody’s) / CCC+ (Fitch)/B (low) (DBRS), sarà quotata presso la Borsa di Lussemburgo. Il collocamento è stato curato da Morgan Stanley in qualità di Sole Active Bookrunner, insieme a Barclays e MPS Capital Services in qualità di Other Bookrunners.
Il punto di Equita
“Ricordiamo che il regolatore ha inoltre richiesto a Mps la vigenza di una normativa che autorizzi il Mef a sottoscrivere altri strumenti di capitale (azioni, AT1 o T2) a condizioni di mercato, per un ammontare non superiore al 70% del totale da emettere e l’impegno di tre banche d`affari a far sottoscrivere a investitori privati il 30% di un potenziale T1”, segnalano gli analisti di Equita che hanno una raccomandazione hold (tenere in portafoglio) su Mps, con target price di 1,6 euro.
“L’emissione del Tier 2 ad un tasso elevato (8,5%) ribadisce la nostra view circa l’eccessiva onerosità di una possibile emissione AT1 per Mps, considerando inoltre che la banca stessa ha dichiarato di prevedere esercizi in perdita fino al 2022 e il basso grado di patrimonializzazione post deal con Amco (Cet1 fully phased al 9,7%)”, aggiungono gli esperti della sim milanese. Ragione per cui Equita continua “a ritenere più percorribile l’opzione di una ricapitalizzazione da parte del Mef, le cui risorse potrebbero essere utilizzate per aumentare le coperture dei rischi legali e rendere lo scenario M&A più concreto”.
Intanto in Spagna…
Il mercato oggi guarda anche agli sviluppi sul fronte M&A in Spagna con i colloqui per una fusione tra Bankia e CaixaBank. Uno sviluppo che vede il governo spagnolo coinvolto in prima persona visto che Bankia è controllata dallo Stato al 61,8% e dal 2012 è costata oltre 24 miliardi di euro. Bankia è in sostanza la MPS spagnola e dove il governo iberico sta riuscendo, quello italiano risulta ancora ingolfato nell’iter verso un’uscita dall’istituto senese, ancora più complicato alla luce delle pendenze legali per 10 mld che pesano come un macigno sulla banca senese rendendo uno scenario di M&A ancora lontano.
I prossimi passi
Tra i prossimi passi c’è l’assemblea, che come anticipato da “Il Sole 24 Ore” di ieri è prevista nei primi giorni di ottobre. Intanto, sempre secondo quanto riportato dal quotidiano finanziario, “è pronto per il Consiglio dei ministri il decreto di Palazzo Chigi che autorizza la privatizzazione di Rocca Salimbeni, che dovrà avvenire entro l’autunno del prossimo anno, come del resto imposto dal calendario concordato con le autorità di Bruxelles”.
Il punto tecnico (a cura dell’ufficio studi di Fol)
Quadro grafico in una fase delicata per Mps che, dopo aver sfiorato il 21 luglio quota 2 euro, ha intrapreso una fase ribassista fino a testare il supporto a 1,38 euro. Da qui il titolo ha tentato di impostare un rimbalzo che è stato interrotto dalla media mobile 200 periodi in area 1,4 euro. In tale scenario, servirà il superamento con forza della fascia di prezzo tra 1,4 e 1,5 euro per avere un primo segnale rialzista. I successivi target sono 1,58 e 1,68 euro. Al ribasso, invece, la rottura del supporto a 1,38 euro potrebbe innescare accelerazioni verso il basso con target 1,31 e 1,25 euro.