Notizie Notizie Italia Mps chiuderà 50 filiali con diktat Ue. FABI non contraria ad accordo UniCredit: ‘alternativa sarebbe fondo Apollo’

Mps chiuderà 50 filiali con diktat Ue. FABI non contraria ad accordo UniCredit: ‘alternativa sarebbe fondo Apollo’

16 Settembre 2021 09:52

Mps chiuderà 50 filiali, in linea con gli impegni presi con le autorità dell’Unione europea nell’ambito del piano di ristrutturazione 2017-2021. E’ quanto ha riportato l’agenzia di stampa Reuters, facendo riferimento alla copia della lettera che la banca senese ha inviato ai sindacati.

Mps verso chiusura di 50 filiali in base ad accordi con Ue. UniCredit di Andrea Orcel va avanti con due diligenceLa misura coinvolge 843 dipendenti, e prevede “la liberazione di circa 70 risorse” che andranno a essere convogliate nella rete commerciale. E’ possibile, come fa notare il Sole 24 Ore, che le 50 filiali che si apprestano a essere chiuse siano quelle che non rientrano nei desiderata né di UniCredit né di Mediocredito centrale. A essere chiuse saranno soprattutto le filiali del Centro Nord.

Intanto UniCredit prosegue la due diligence sul Monte dei Paschi, con l’AD Andrea Orcel che punta a definire il perimetro delle attività che desidera acquistare.

Secondo alcune fonti riportate oggi da Il Giornale, UniCredit punterebbe a 1.100 sportelli della rete commerciale e su Widiba.

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Nella lettera ai sindacati, il Monte ha parlato di un “intervento di razionalizzazione”, precisando di essere disponibile a incontrarsi con i sindacati, “anche in via telematica, per ogni ulteriore approfondimento e disamina”, e precisando nella missiva che la “migrazione sulle filiali incorporanti, previa eventuale trasformazione temporanea in sportelli avanzati senza autonomia contabile in relazione alle esigenze operative e commerciali della singola dipendenza, sarà accompagnata da interventi di natura commerciale e processi organizzativi atti a ridurne gli impatti sulla clientela”.

FABI, Sileoni: alternativa a UniCredit oggi è fondo Apollo

Intanto, sul dossier Mps-UniCredit, si è fatta sentire la voce di Lando Maria Sileoni, numero uno del sindacato dei bancari FABI, che si è messo in evidenza più volte per gli appelli lanciati a favore dei diritti dei lavoratori, a fronte del rischio paventato di esuberi, con la fusione con Piazza Gae Aulenti: esuberi che potrebbero salire secondo alcune fonti fino a 7.000 unità.

Sileoni ha tenuto a precisare di non considerare “negativo l’accordo tra UniCredit e il Tesoro su Mps, perchè l’alternativa a UniCredit oggi è Apollo, che è un fondo altamente speculativo. E tra una banca italiana e un fondo io propendo per salvare, attraverso una banca italiana, 21.000 dipendenti”.

Così Sileoni in un’intervista a Class Cnbc di qualche giorno fa:

“Gli attuali dipendenti del Monte dei Paschi di Siena hanno lasciato alla propria banca, fino a oggi, oltre 100 milioni di euro fra giornate di solidarietà e congelamento di alcune voci del Tfr. È arrivata finalmente l’ora che tutti i sacrifici fatti, professionali ed economici, siano ricompensati, che si ritorni alla normalità e alla stabilità. Se UniCredit porterà a termine positivamente l’operazione con Mps, perché credo che non sia affatto scontato l’esito finale, si dovrà arrivare presto all’armonizzazione dei trattamenti economici e normativi tra i dipendenti dei due gruppi bancari. E sono anche convinto che, un secondo dopo le elezioni del 3-4 Ottobre, molti degli attuali rappresentanti dei partiti che utilizzano l’argomento Mps solo per cercare consensi e voti, spariranno d’incanto e rimarranno solo i più seri. E, come al solito, il compito e la responsabilità di garantire risultati concreti alle lavoratrici e ai lavoratori spetterà al sindacato. Se nel sindacato senese c’è qualcuno che pensa di poter dettare comportamenti e regole anche verso altre organizzazioni commetterà un grossolano errore. Questa situazione va gestita nel rispetto reciproco mettendo da parte condizionamenti politici e soprattutto l’idea di poter decidere per altri. Qualcuno vuol far passare UniCredit come quella che vuole approfittarsi della cessione da parte dello Stato di Mps. Io credo che sia esattamente il contrario: a Siena c’è da mantenere lo storico marchio, c’è da garantire un presente e un futuro sereno a 21mila dipendenti e alle loro famiglie, c’è da confermare la volontà degli esodi e dei prepensionamenti (al primo licenziamento bloccheremo il settore), c’è da rispettare e mantenere la professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori di Siena. E una eventuale integrazione con UniCredit dovrà mettere insieme tutti questi aspetti”.

Oggi il titolo UniCredit sale a Piazza Affari di oltre mezzo punto percentuale, così come Mps.

Da segnalare la lettera, la terza in pochi mesi, che il sindaco di Siena Luigi De Mossi ha inviato intanto al governo Draghi, ponendo un interrogativo: “A quanto sembra non ci sarebbero alternative a Unicredit; ma siamo sicuri che sia davvero così? Il Governo ha il dovere, non solo l’obbligo, di valutare opzioni diverse, che fra l’altro potrebbero essere meno impattanti in termini di costi per lo Stato; in nessuna azienda si tratta con un unico fornitore o offerente”.

Sullo sfondo, in vista delle elezioni suppletive di Siena, per cui corre il segretario del PD Enrico Letta, è molto probabile che la formalizzazione dell’offerta di UniCredit su Siena arriverà solo dopo la chiusura delle urne.