Mps busserà ancora al Tesoro, i Tremonti Bond salgono così a 3 miliardi di euro. Oggi Cda per business plan
Siena, con ogni probabilità, ha deciso la strada per portare il suo patrimonio ai livelli richiesti dall’EBA. Una strada già percorsa nel 2009 che prende il nome di Tremonti Bond. All’appello dei 3,2 miliardi di euro calcolati dall’authority europea manca circa 1 miliardo di euro. Sommando questi agli 1,9 miliardi di euro presi nel 2009 e non ancora restituiti, il prestito del Tesoro a Rocca Salimbeni salirebbe così a circa 3 miliardi di euro, valore maggiore rispetto all’attuale capitalizzazione di Borsa del Monte (pari a 2,45 miliardi di euro).
Bisognerà però aspettare qualche ora per conoscere il futuro dell’istituto senese. Oggi si riunisce il Cda di Mps per approvare il piano industriale 2012-2015 che domani verrà presentato alla comunità finanziaria. Il fronte patrimoniale è ovviamente quello più caldo anche perché sabato 30 giugno scade il termine per presentare le risposte all’EBA. La scelta è caduta sui Tremonti Bond mentre le altre due strade studiate dal management, Co.co Bond e aumento di capitale, al momento non sembrano percorribili.
I Co.co sarebbero una novità assoluta nel panorama bancario italiano e, nell’attuale contesto di mercato, richiederebbero interessi molto salati. Un altro aumento, dopo quello da 2 miliardi di euro dello scorso anno, non sarebbe sostenibile dai principali azionisti e, soprattutto, dalla Fondazione Mps. Per quanto riguarda i Tremonti Bond, invece, qualora la banca toscana chiudesse il bilancio in perdita non dovrebbe pagare gli interessi su questi strumenti.
Già la scorsa settimana il commento di Equita faceva ben capire come la pensano gli analisti. “La soluzione dei Tremonti Bond ci sembra più credibile dei Co.co Bond per i quali non sono ancora definite a livello di codice civile le caratteristiche precise”, avevano scritto in una nota gli esperti sottolineando che “per i Tremonti Bond si tratterebbe invece di aprire una nuova finestra di emissioni“.
Domani dovrebbe poi essere annunciata la vendita del 60% di Biverbanca. In gara per rilevare la quota posseduta da Mps nella banca piemontese ci sono la Popolare di Vicenza e la Cassa di Risparmio di Asti e, secondo indiscrezioni di stampa, nelle casse senesi dovrebbero finire circa 200 milioni di euro. Tra le due contendenti la favorita sembra essere la cassa piemontese.