Moody’s vede accelerazione dell’Eurozona nel 2017 e 2018. Alzate stime su Germania, Francia e anche Italia
L’economia dell’Eurozona dovrebbe accelerare quest’anno e il prossimo grazie alla buona crescita di Germania, Francia e Italia. Lo sostiene l’agenzia di rating statunitense Moody’s, nel suo rapporto macroeconomico globale diffuso oggi. “I solidi indicatori di fiducia nei paesi della zona euro suggeriscono che la crescita accelererà entro la fine dell’anno, mentre il picco di 16 anni dell’indice di fiducia dei consumatori è di buon auspicio per unaa ripresa guidata dai consumi”, ha dichiarato Madhavi Bokil, autore del rapporto, riferendosi al più alto livello dall’ottobre 2001 raggiunto dall’indice GfK, che misura il morale delle famiglie tedesche. In cifre, l’economia dell’Eurozona dovrebbe mostrare una espansione del 2,1% quest’anno e dell’1,9% nel 2018 dopo il +1,7% del 2016.
Riviste al rialzo le stime di crescita di Germania e Francia, oltre che quelle dell’Italia. L’economia tedesca dovrebbe crescere del 2,2 nel 2017 e del 2% nel 2018, mentre la Francia dovrebbe vedere il Pil salire dell’1,6% quest’anno e il prossimo (dal precedente +1,3% e +1,4% rispettivamente). Più ottimismo anche verso l’Italia, che dovrebbe segnare una espansione dell’1,3% nel 2017 e 2018 dalla precedente previsione di un +0,8% e +1% rispettivamente. “La ripresa continuerà a beneficiare delle politiche monetarie espansive e fiscali”, ha spiegato Moody’s.
I rischi per la crescita tra Corea del Nord e banche centrali
L’agenzia di rating ha inoltre indicato i principali rischi sistemici per la crescita globale, sottolineando, in termini geopolitici, i rischi di conflitti nella penisola coreana, nel Mar Cinese meridionale e in Medio Oriente. “Altri rischi includono l’adozione da parte degli Stati Uniti di misure protezionistiche e di volatilità nei mercati finanziari generati da un improvviso spostamento nelle aspettative circa il rafforzamento delle politiche monetarie”, ha suggerito Moody’s. E a proposito di politiche monetarie, l’agenzia si aspetta che la Federal Reserve prosegua la sua stretta monetaria quest’anno e l’anno prossimo. In Europa, la Banca centrale europea dovrebbe iniziare a stringere la cinghia della sua politica monetaria nel 2018, a condizione che l’attuale impulso alla crescita rimanga invariato nell’area dell’euro. Infine, la Bank of Japan potrebbe diventare meno accomodante soltanto una volta raggiunto l’obiettivo di inflazione al 2%, che la banca centrale giapponese prevede nel 2019.